Quattro scioperi al giorno Il Garante: serve un freno

Il Giubileo rischia di trasformarsi un’occasione ghiotta per i sindacati per alzare il tiro delle rivendicazioni e mettere sotto scacco i servizi pubblici. Il trend della prima metà dell’anno mostra che questa eventualità è tutt’altro da escludere. Secondo i dati dell’Autorità di Garanzia sugli scioperi, da gennaio fino al 15 settembre sono stati effettuati oltre mille scioperi, con una media di quattro al giorno. Il settore più colpito è quello del trasporto pubblico che ha visto una crescita delle interruzioni del servizio del 40% rispetto allo stesso periodo del 2014, con una media di un blocco totale al giorno. Sono 193 gli scioperi effettuati in questo settore nel 2015 a fronte dei 135 del 2014. La conflittualità maggiore si ha nel trasporto aereo (55 stop). Un altro settore critico è quello dello smaltimento dei rifiuti: 269 proclamazioni di scioperi e 112 effettuati. Una recrudescenza delle sospensioni del lavoro c’è stata quest’anno anche nella scuola, soprattutto per la protesta contro la riforma. Da 16 scioperi nel 2014 si è passati nei primi nove mesi di quest’anno a 45. É quindi pienamente giustificata la proccupazione del Garante, Roberto Alesse, che ieri in un’audizione a Montecitorio, presso la Commissione Lavoro, ha chiesto al governo l’aggiornamento della legge sull’esercizio del diritto di sciopero che preveda una tregua della conflittualità sindacale in occasione dei grandi eventi di rilevanza internazionale. Per lo scorso Giubileo del 2000 furono individuate alcune date strategiche che imponevano una franchigia ma solo per il settore dei trasporti. Alesse ora chiede di fare di più. «Sarebbe necessario prevedere, per legge, il principio che, nel caso dei grandi eventi di rilievo internazionale, su segnalazione delle istituzioni interessate, l'Autorità possa estendere l'obbligo di osservare la franchigia, periodo durante il quale, come è noto, non è possibile attuare astensioni dal servizio». Alesse ha ricordato i numerosi appelli lanciati dall'Autorità di garanzia al Governo e alle parti sociali sull’opportunità di dar vita ad un protocollo d'intesa che fissi una tregua sindacale, «quanto meno per le giornate più rappresentative, ma nulla finora è stato fatto». A farne le spese, sottolinea Alesse, «sono i cittadini utenti, vittime sacrificali di un sistema che non funziona, veri e propri ostaggi della miriade di scioperi proclamati nei settori dei servizi pubblici essenziali». Un intervento parziale è stato il decreto legge che ha incluso, tra i servizi pubblici essenziali da garantire in caso di sciopero, l'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura. Un provvedimento preso sull’onda dell’emergenza dopo l’ampio clamore mediatico a livello internazionale suscitato dalla chiusura selvaggia dei siti archeologici di Roma e di Pompei per le assemblee sindacali.