Gramazio, un figlio d’arte da oltre diciottomila preferenze

Figlio d’arte ed enfant prodige. Luca Gramazio la politica l’ha trovata in casa. Suo padre, Domenico, è stato uno dei leader del Movimento sociale prima e successivamente alla svolta di Fiuggi di Alleanza nazionale, prima di confluire nel Popolo della Libertà con la svolta del predellino che ha sancito nel 2007 la fusione tra Forza Italia e An e approdare infine nella rinata FI. Deputato e senatore per quattro legislature, papà Domenico GRamazio ha trasmesso la passione per la politica a suo figlio Luca, che a soli 35 anni si è tolto parecchie soddisfazioni. Nato a Roma il 22 dicembre del 1980, Luca comincia a fare politica sin da ragazzino, studiando e lavorando sodo all’ombra del padre nello storico Cis, il Centro d’iniziative sociali intitolato ad Alberto Giaquinto, una delle vittime della strage di Acca Larentia. Lì, a piazza Tuscolo, Luca Gramazio muove i primi passi in politica e apprende le basi del mestiere: il radicamento sul territorio. Da sempre il Cis è un punto di riferimento per centinaia di militanti ed elettori. Nel 2006, a 26 anni, arriva il giorno della prima candidatura. Luca Gramazio si candida nella lista di Alleanza nazionale per le comunali e prende 2.858 voti. Non tantissimi - davanti a lui arrivano 11 candidati - ma sufficienti per essere eletto per la prima volta consigliere comunale. La seconda giunta Veltroni dura poco: il sindaco lascia due anni dopo perché nel frattempo al Lingotto di Torino nell’autunno 2007 nasce il Pd e successivamente cade il governo Prodi. Si torna al voto e Veltroni si dimette per sfidare Berlusconi alle politiche del 2008. Per il centrodestra romano è l’anno della svolta. Gianni Alemanno compie il miracolo di sconfiggere al ballottaggio Francesco Rutelli e per la prima volta Roma va al centrodestra. Luca Gramazio naturalmente si ricandida e i voti aumentano: stavolta sono 3.338, che gli valgono però, nella lista del neonato Pdl, solo il ventiduesimo posto. In caso si sconfitta sarebbe fuori, ma Alemanno vince e lui rientra in Aula Giulio Cesare grazie al premio di maggioranza. Da lì è una vera e propria scalata alla politica romana. Gramazio diventa capogruppo del Pdl quando Dario Rossin, in polemicha col sindaco, lascia il partito per aderire a La Destra. Alemanno punta così sul giovane Gramazio per guidare il gruppo consiliare che è anche l’unico partito della sua coalizione: la giunta è un monocolore Pdl con Udc e La Destra all’opposizione. Gramazio sfrutta il ruolo: cresce politicamente, incrementa i contatti e le relazioni con la Roma che conta, diventa un punto di riferimento in Campidoglio. L’Assemblea Capitolina a questo punto è troppo stretta per lui. L’occasione per un nuovo salto in avanti arriva nel 2013. La Regione va al voto insieme al Comune per via delle dimissioni della Polverini, travolta dallo scandalo Fiorito e Maruccio. Tommaso Luzzi, lo storico consigliere regionale del gruppo Gramazio non è più alla Pisana per via del pasticcio della lista Pdl esclusa nel 2010 e decide di passare la mano in favore di Luca, che fa il pieno di voto: primo degli eletti con 18.736 voti. Anche in Regione diventa capogruppo, ma stavolta all’opposizione. Eppure, riesce a restare al centro della scena, grazie anche ai buoni rapporti che allaccia con Venafro. A dicembre arriva però l’indagine su Mafia Capitale, che indaga Luca Gramazio, arrestato ieri e iscritto insieme a Giordano Tredicine nel registro degli indagati anche per l’inchiesta sugli appalti per la gestione delle camere mortuarie negli ospedali, per associazione mafiosa.