Salvini: "Il pallone è tutto truccato"

«Il calcio è truccato, corrotto e infiltrato dalle mafie. Ci vorrebbe una commissione di inchiesta che chiarisca l'uso del finanziamento pubblico e un governo che si occupi seriamente di sport, non solo di proporre Olimpiadi a Roma». È molto duro il commento del segretario della Lega Nord Matteo Salvini sull'inchiesta «Dirty Soccer», l’ennesimo scandalo sul mondo del calcio che nella giornata di ieri ha coinvolto decine di squadre e tesserati, con ben 50 fermi. Anche il mondo dello sport, del resto, non ha preso affatto bene le notizie arrivate da Catanzaro. «Non finisce mai, c'è sempre una nuova puntata - ha osservato il presidente del Coni Giovanni Malagò - Si pensa sempre che basti, invece si va avanti. La Lega Dilettanti, per le dichiarazioni di Belloli ancora da verificare, e la Lega Pro avevano già tutta una serie di problemi. Una situazione del genere mette in grande imbarazzo due leghe e l'opinione pubblica non può che tenerne conto». Parole dure arrivano anche dal numero uno della Federcalcio, Carlo Tavecchio, per molti anni presidente della Lega nazionale dilettanti. «Quando venne allargata alla serie D la possibilità di scommettere dissi che era un grandissimo errore, oggi i risultati li vedete tutti. Noi ci consideriamo parte lesa, perché continuiamo a subire indirettamente quelle che sono condizioni del paese. Siamo un soggetto che vuole difendere il sistema con dei mezzi non all'altezza. Il calcio non viene aiutato da questi scandali». Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione italiana calciatori, è della stessa idea di Tavecchio in merito alle scommesse sulla serie D. «Aprire alle scommesse il mondo dei dilettanti è stato un grande rischio, ci sono oltre 160 squadre in ballo e le partite non sono trasmesse: diventa difficile esercitare un controllo. Siamo in un mondo allettante per chi persegue il malaffare, serve chiarezza nel più breve tempo possibile». Una richiesta analoga arriva da Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione italiana allenatori: «Se il quadro che emerge è questo, è una situazione drammatica per il nostro calcio. Quella delle serie minori è una realtà difficilissima dal punto di vista economico, si conosce in quali situazioni versano i club di serie D e Lega Pro. Bisogna effettuare più controlli visto che ci troviamo di fronte a una situazione di assoluta emergenza». Le ripercussioni, specialmente per le squadre che militano nei gironi incriminati, sono enormi. «Nei playout io devo affrontare una squadra che ha comprato e venduto partite? È assurdo», sostiene Renzo Cavagna, presidente del Lumezzane che sabato, nei playout di Lega Pro, sfiderà la Pro Patria, coinvolta nello scandalo. «Parliamo di una squadra che ha passato un girone intero da ultima in classifica e che, verso la fine del campionato, ha messo in fila vittorie figlie di partite molto strane, terminate con risultati eclatanti. Quello che sta emergendo - tuona Cavagna - è una vergogna e fa male al calcio, che perde credibilità. Come è possibile che nessuno si sia accorto di tante stranezze? Chi è nel consiglio di Lega si deve vergognare». Il procuratore federale, Stefano Palazzi, ha immediatamente preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni (i probabili processi sportivi potrebbero svolgersi già in estate). Vincenzo Lombardo, procuratore di Catanzaro, ha riferito le parole di Palazzi, che ha definito l'inchiesta «un'operazione per disinquinare il mondo del calcio». Il procuratore federale farà partire a breve la richiesta di accesso agli atti, preannunciando l'azione al Pm Elio Romano. Un altro procuratore, Roberto Di Martino, titolare dell'inchiesta sul calcioscommesse che la procura di Cremona sta portando avanti ormai da quattro anni, non si dichiara particolarmente sorpreso da questi sviluppi. «Non deve stupire la presenza della criminalità organizzata nel calcioscommesse: questa cerca di inserirsi in ogni settore in cui può investire denaro e ricavarne guadagni. Ovviamente sono inchieste diverse: la criminalità organizzata di Singapore è tutt'altra cosa rispetto a quella italiana, sono due realtà non assimilabili».