"Un orologio Rolex da diecimila euro per il figlio di Lupi"
Il nome del ministro Lupi appare nelle carte della procura di Firenze innumerevoli volte. Il capo del dicastero, che comunque non risulta indagato, viene menzionato da decine di persone coinvolte nella maxi indagine durata due anni. I pm toscani, ad ogni modo, nel provvedimento restrittivo hanno inserito un capitolo denominato «Favori resi al ministro Lupi e ai suoi familiari». Nel capitolo successivo gli investigatori del Ros elencano regali fatti da Franco Cavallo, uno degli arrestati. A ricevere doni, secondo la procura di Firenze, è stato anche il figlio del ministro, Luca Lupi: «Va segnalato il regalo fatto dai coniugi Perotti al figlio del ministro Lupi in occasione della sua laurea – si legge nell'ordinanza di custodia cautelare – trattasi di un orologio Rolex del valore di 10.350 euro che Stefano Perotti fa pervenire a Luca Lupi tramite Franco Cavallo». «Il legame tra Franco Cavallo e Stefano Perotti con i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è molto intenso e riveste un ruolo fondamentale nella commissione del delitto - scrivono gli inquirenti - Va, infatti, rilevato che la stessa sera del 16 ottobre 2013 Franco Cavallo e Stefano Perotti sono andati a cena con Emmanuele Forlani, della segreteria del ministro Lupi. A tale cena hanno probabilmente partecipato anche Marcello Di Caterina, altro componente della stessa segreteria, un tal Eli, ed infine forse anche lo stesso ministro Lupi. All’esito della cena o durante la stessa, Stefano Perotti informa, con un messaggio, Corrado Bianchi, che il «problema» dell’inserimento nella legge di Stabilità del finanziamento dei lavori della tratta Tav Verona Brescia, è stato «risolto». Dalle carte dei militari del Ros emerge «uno strettissimo legame tra Ercole Incalza e il Ministro Maurizio Lupi, tale relazione ha sicuramente contribuito da ultimo all'affermazione di Incalza nei rapporti con i dirigenti delle imprese e anche altri soggetti istituzionali». Il 28 dicembre 2013 è stata intercettata dai militari una conversazione tra Lupi e Incalza, «che riporta come elemento di valutazione circa l'effettiva importanza che quest'ultimo ha rivestito all'interno del ministero delle Infrastrutture». Nell’intercettazione i due parlano dello stato dei lavori di molti cantieri e del prezzo complessivo dei costi degli stessi. Tra questi anche la metropolitana C di Roma. Lupi: «...la metropolitana C di Roma praticamente va avanti». Incalza: «Va avanti, sempre che il sindaco non faccia storie». A consolidare il presunto legame tra Incalza e il capo del Dicastero è sempre il provvedimento del Gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti nel quale riporta: «Il legame tra Incalza e Lupi e in generale con il Nuovo centro destra risulta evidente nel messaggio e nella telefonata che il primo ha con una tal Daniela che adopera un telefono intestato al ministero delle Infrastrutture nel corso dei quali Incalza afferma di aver trascorso la notte a redigere il programma di governo che Ncd avrebbe dovuto presentare e di essere in attesa del benestare di Angelino Alfano e di Maurizio Lupi». Inoltre il 16 dicembre 2014, Lupi chiama Incalza e lo rassicura in merito alla difesa della Struttura tecnica di missione che il Pd, a detta dello stesso Ministro, vorrebbe far trasferire:«Vado io, guarda. Siccome su questa cosa, te lo dico già, però io non voglio… Cioè vorrei che tu dicessi a chi lavora con te che sennò vanno a cagare! Cazzo! Ho capito! Ma non possono dire altre robe! Su questa roba ci sarò io lì e ti garantisco che se viene abolita la Struttura tecnica di missione non c’è più il governo! L’hai capito non l’hanno capito?». Gli indagati conoscono l'importanza di un contatto al dicastero dei Trasporti. Tanto che arrivano a definire nelle intercettazioni il ministro Lupi come «il vicino importante», un uomo capace di far nominare Ricardo Nencini, grazie alla «sponsorizzazione» di Incalza, come viceministro alle Infrastrutture. È quanto emerge da una telefonata tra Lupi e lo stesso Incalza. La telefonata è del 28 febbraio 2014 e a chiamare è Lupi: «Dopo che tu hai dato...hai coperto...hai dato la sponsorizzazione per Nencini...l’abbiamo fatto viceministro». Invece, «Il 20 marzo 2014 – si legge nell'ordinanza - Giulio Burchi (indagato ndr), nel comunicare al suo collaboratore Maurizio Pagani, la “bella notizia” dell’avvenuto arresto a Milano di Antonio Rognoni, afferma: « ... quella bella è che hanno arrestato Rognoni ... Rognoni quello dell'Expo e tutte quelle robe lì, a me mi stava sul cazzo perché sapevo che era un idiota ... ah! non lo so me l'hanno detto adesso da Milano .. c'è tutta Milano in subbuglio ... se hanno arrestato Rognoni ce n'è per tutti ed arrivano fino ai piedi di Lupi ... amico mio ... Infrastrutture Lombarde ... e tutto quello che c'era dietro». La stessa notizia Giulio Bruchi la riporta al dirigente Anas Fausto De Santis pensando che il Ministro sia molto preoccupato in seguito all'arresto: freddo ai piedi l'avrà il Ministro perché era un uomo di stretta osservanza di Lupi questo ...« eh ma è Comunione e Liberazione ... proprio Doc». Da un'intercettazione dell'11 febbraio 2014 «sembrerebbe che Salvatore Di Gangi (cui è riferibile la società Sipro Sicurezza Professionale srl che svolge servizi di sicurezza per conto di vari ministeri ed enti pubblici) e Franco Cavallo debbano pagare – si legge nell'ordinanza – al sarto (…) un vestito destinato ad Emmanuele Forlani, che si ricorda far parte della segreteria del ministro delle Infrastrutture». Otto giorni dopo Forlani dice al telefono: «Il vestito me lo ha regalato zio Frank, zio Stefano e zio Salva». Non solo abiti ma anche assunzioni. In ruoli prestigiosi. Come quello che avrebbe ottenuto Luca Lupi all’Eni da uno studio di Genova che, a sua volta, avrebbe avuto l’incarico da Perotti, pagato duemila euro al mese. Circostanza comunque smentita recisamente dal padre.