Intrighi in stile «House of Cards»
Due parole, una stretta di mano e tutto fila liscio: è l’inizio di una grande serie televisiva di successo: «House of Cards - Gli intrighi del potere», che, dall’aprile dello scorso anno, imperversa sul piccolo schermo satellitare attraverso Sky Atlantic. Tutti lo guardano, gli intrighi piacciono, ma, a ben vedere forse sulle pagine dei quotidiani si trovano intrighi ancora più intricati e interessanti. E non serve nemmeno accendere la televisione. Basta «sintonizzarsi» con le vicende della politica italiana per scoprire che la realtà è molto ma molto più appassionante della fiction. La serie televisiva, quella che appassiona il pubblico italiano e prima ancora quello statunitense, ruota tutta attorno al «cuppolone» del Campidoglio americano, è l’edificio che ospita la sede ufficiale dei due rami del Congresso degli Stati Uniti, a Washington. Ecco, «House of Cards - Gli intrighi del potere», racconta vita e miracoli di tal Francis «Frank» J. Underwood, impersonato da Kevin Spacey. Non a caso è il viso che rappresenta ogni sorta di malvagità avendo anche interpretato (difficilmente i cultori del cinema se lo scordano) il ruolo del ferocissimo Keyser Söze nel film cult del 1995 «I soliti sospetti». Insomma questo Frank è capogruppo di maggioranza al Congresso e dirige la campagna elettorale di Garrett Walker. Parliamoci chiaro: questo Walker ha poche possibilità, l’unico che crede in lui è Frank Underwood, che gli promette di farlo diventare primo cittadino degli Stati Uniti in cambio della carica a segretario di Stato. E lui, Walker, ci sta, tanto non ha niente da perdere: «Se io sarò presidente tu sarai il mio segretario di Stato». Un «patto d’acciaio» per il quale Frank ce la metterà tutta, tanto che alla fine «mezza calzetta» Walker diventa il quarantacinquesimo presidente degli States. Ma non mantiene la sua promessa e «fa fuori» il fido Frank. I patti sono patti. Ma c’è chi pensa di poterli non osservare. E dello stesso argomento si parla in questi giorni in Italia, con un patto che ha anche un nome e un cognome: Patto del Nazareno. E, guardacaso, l’accusa mossa al Premier Renzi è di aver stipulato quel patto e di non averlo rispettato. Più o meno come ha fatto il presidente Walker. «House of Cards - Gli intrighi del potere», 26 puntate (per il momento) di un telefilm accolto benissimo da pubblico e critica, però ci insegna che questo è l’inizio e non la fine della storia. Frank Underwood farà della vendetta (o forse giustizia) la propria ragione di vita: un’azione fatta di sotterfugi, di finzioni, di bugie e doppi fini. «Temi l’ira dei giusti», recita la Bibbia. E che cosa è Frank Underwood se non un giusto (giustamente) adirato? E che cosa vogliamo di più dalla nostra politica? L’ex premier disarcionato dallo spread (mai accaduto nella Storia e, probabilmente, mai accadrà più) che alla fine si mette d’accordo con quello che dovrebbe essere il suo principale avversario e tutto fila liscio, all’ombra del Patto del Nazareno, fino all’elezione del presidente. Attendiamo tutti le nuove puntate.