Così la Gendarmeria Pontificia difende la sicurezza del Papa

Il pericolo di un imminente attacco terroristico a Roma che potrebbe avere come principale obiettivo la Chiesa (sospetti mai suffragati da fatti concreti) non preoccupano particolarmente gli uomini preposti alla sicurezza di Papa Francesco e dello Stato del Vaticano. Il livello di attenzione - secondo fonti interne alla gendarmeria - è comunque altissimo. Ma cerchiamo di capire, numeri alla mano, come viene gestita la sicurezza all’interno delle mura vaticane. Sono circa trecento persone, divise tra Guardie Svizzere e la Gendarmeria Pontificia. Le prime, 118 in servizio effettivo, curano la sicurezza del Papa (ce ne sono sempre due ad accompagnarlo in pubblico o in viaggio) e quella del Palazzo Apostolico e degli ingressi nello Stato di Città del Vaticano. I secondi sono a un tempo polizia, intelligence e antiterrorismo dello Stato di Città del Vaticano. Sono loro la cintura di sicurezza di Papa Francesco. Ma sono anche un po’ di più. Per esempio, la Gendarmeria vaticana svolge anche compiti di polizia stradale, giudiziaria e di frontiera, e non è certo una cosa semplice. Basti considerare che le ultime cifre a disposizione, risalenti al 2013, recitano così: 2 milioni 557 mila veicoli transitati in Vaticano e 240 mila persone entrate nel territorio della piccola città Stato, che si aggiungono agli oltre 3 mila dipendenti giornalieri. La Gendarmeria Pontificia sovrintende a tutto questo. Il comandante, Domenico Giani, ha sotto di sé anche il corpo dei Vigili del Fuoco vaticano e tutti i servizi di sicurezza protezione civile. Ma si fa anche attività di intelligence. Dal 2008, la Gendarmeria aderisce all’Interpol, l’organizzazione internazionale di polizia criminale, e le informazioni vengono scambiate da una sala operativa che si trova presso porta Sant’Anna, direttamente collegata con la centrale Interpol di Lione. Questa sala operativa di controllo esiste dal 2000: è un presidio permanente e continuativo che, attraverso impianti di videosorveglianza e allarmi, gestisce l’intero territorio di Città del Vaticano. È stato istituito anche un Gruppo di intervento Rapido, per il controllo di eventuali attività eversive. Si tratta di reparti specializzati e addestrati: ci vogliono due anni di apprendistato e un esame di idoneità per entrare nella Gendarmeria vaticana, e ogni promozione da un grado all’altro prevede sette anni passati in quell’incarico con la qualifica di ottimo. Da quando è entrata in vigore la legge antiriciclaggio vaticana, i gendarmi fanno corsi ad hoc per adeguare la loro attività alla nuova normativa, ed esercitarsi a investigare sui flussi di denaro da e verso il Vaticano. I gendarmi sono 150, mentre sono 120 le Guardie Svizzere Pontificie. Le quali presidiano gli ingressi vaticani notte e giorno. Hanno una età media di 23 anni, il periodo di permanenza in servizio è di circa 25 mesi. Fanno un lavoro oscuro, e poco conosciuto, eppure importantissimo. Sono loro l’ultimo baluardo in difesa del Papa e del Palazzo Apostolico. Ma anche per entrare in Basilica Vaticana, i controlli sono altissimi: la Polizia Italiana gestisce i metal detector di accesso, e la sicurezza della piazza in generale quando non c'è il Papa presente. I Gendarmi fanno un secondo screening degli accessi e si prendono in carico piazza San Pietro quando il Papa è lì. Così, la sicurezza vaticana viene assicurata.