Toscano, fumo lento

Chi l’avrebbe mai detto che un acquazzone estivo avrebbe potuto creare dal nulla una vera e propria icona del Made in Italy diventata, nel corso di quasi duecento anni di storia, una tradizione: il sigaro Toscano. La leggenda racconta infatti di una partita di tabacco lasciata ad asciugare al sole estivo e bagnata da un improvviso temporale. Da quel tabacco, che l’acqua fece fermentare e assunse così un gusto tutto nuovo, si decise di realizzare dei sigari economici da vendere al popolo di Firenze. La cosa ebbe un sorprendente successo al punto che, a partire dal 1818, il sigaro Toscano inizio ad essere prodotto proprio con quel nuovo procedimento: Kentucky e acqua. Un prodotto che si lega in maniera indissolubile alla tradizione e alla storia dell’Italia e ne diventa, nel suo microcosmo, rappresentanza. Ancora oggi i fumatori di Toscano, in genere non amano molto gli altri sigari: cercano quel sapore, quel tipo di fumo inconfondibile che non ha eguali in giro per il mondo nemmeno tra i più prestigiosi e costosi sigari d’Oltroceano. La storia recente racconta invece del rientro in Patria del Sigaro che per molti anni era stato prodotto da un’azienda straniera. Manufatture Sigaro Toscano Spa nasce nel 2006 quando il Gruppo Maccaferri acquisisce dalla British American Tobacco il ramo d’azienda che produce e commercializza il sigaro Toscano. Parte così un progetto di rilancio del sigaro italiano, incentrato sull’allargamento delle frontiere, sulla volontà di far conoscere la tradizione italian anche all’estero. Motivo per il quale il Toscano ha ormai una «gamma» allargata capace di soddisfare tutti i palati ed è presente in oltre quaranta Paesi. Oltre all’Europa, anche in Giappone, Canada, Australia, Israele, Libano, Turchia, Russia, Brasile e Argentina. Per un fatturato da 90 milioni di euro e una produzione di 178 milioni di sigari (di cui 2 milioni fatti a mano) e 50 tonnellate di Trinciati. Ma all’azienda che si evolve e si mette al passo con i tempi, fa da contraltare la tradizione anche nella produzione: su tutto il lavoro delle sigaraie. Un «hand made» che accompagna, fin dalla sua genesi, la storia del sigaro. Oggi, dopo aver attraversato tutto il Novecento, le sigaraie continuano ad essere uno dei segreti del Toscano. Da Lucca e Cava dei Tirreni gli ultimi in ordine di apparizione i sigari Pastrengo e Opera. Il primo con chiari riferimenti storici è dedicato all’Arma dei Carabinieri e all’epica battaglia di Pastrengo (Prima guerra d’Indipendenza: 30 aprile 1848) quando la carica dei Carabinier reali a cavallo respinse due battaglioni di truppe austriache. Il secondo è invece un tributo a tutti gli artisti che hanno trovato ispirazione per la propria arte nel sigaro Toscano. Un nuovo prodotto, in edizione limitata, nato per celebrare i grandi artisti che hanno portato nel mondo il genio creativo e l'eccellenza dell'arte italiana. Ma Toscano non è solo fumo, è anche stile, un modo «lento» di approcciarsi alla vita. Il cinema ne ha tratto spunto più volte anche a livello internazionale. Ogni qual volta si cita il sigaro «italiano», si da per scontato che si tratti di un Toscano. Da Clint Eastwood, consigliato da Sergio Leone a masticarlo nei suoi spaghetti western, a Winston Churchill, che inizialmente si rifiutò di accenderlo per via della sua forma «stortignaccola»; anche se poi si dovette ricredere e ne divento un grande appassionato. Celebre è la frase di Totò «Tre Toscani...», rivolta al tabaccaio, cercando (inutilmente) di smerciare banconote, falsificate da lui stesso, da Peppino De Filippo e da Giacomo Furia, nel film La banda degli onesti di Camillo Mastrocinque. Tra i grandi fumatori di Toscano ancora Pier Luigi Bersani e, ovviamente, Toni Servillo. Oppure Pietro Germi, di cui ricorre quest'anno il centenario della nascita. Ogni anno, poi, Manifatture Sigaro Toscano dedica un prodotto a uno dei tanti personaggi italiani che hanno fatto la storia del Paese e che fumavano il sigaro. Tra questi vi sono Pietro Mascagni, Giuseppe Garibaldi e Mario Soldati. Infine Gianni Brera: era un grande estimatore, lo usava per trarre ispirazione mentre scriveva. E ogni anno, in occasione del giorno della sua nascita, un sigaro viene depositato da ignoti sulla sua tomba.