Addio a Reale, il filosofo di Platone e delle dottrine «non scritte»
Lo chiamavano «Zeus» per il suo carisma sconfinato, per la sua capacità di divulgazione, lui che negli anni ’90 portava i suoi studenti al Piccolo di Milano ad ascoltare i dialoghi di Platone recitati dalla compagnia di Strehler. Ha reso meno romantica la visione platonica del mondo ma sicuramente ha reso la filosofia più abbordabile, materia di discussione e di lectio magistralis da tenere nelle piazze d’Italia perché convinto che la cifra spirituale che caratterizza il pensiero occidentale sia costituita dalla filosofia creata dai greci. Giovanni Reale, il filosofo di fama internazionale, di formazione cattolica, è morto martedì sera, ad 83 anni, nella sua casa di Luino. Professore emerito della Cattolica di Milano, aveva lasciato la cattedra di Filosofia antica dell’ateneo del Sacro Cuore ed era passato alla nuova facoltà di Filosofia del San Raffaele, dove aveva creato il Centro Internazionale di Ricerche su Platone e sulle radici platoniche del pensiero e della civiltà occidentale. Formatosi alla Cattolica di Milano, cominciò con lo studio dei presocratici, Aristotole in particolare, ma la sua genialità si concretizzò, dopo gli studi nella scuola platonica di Tubinga, nella innovativa interpretazione dei dialoghi di Platone rivalutando il senso e la portata delle cosiddette «dottrine non scritte», ovvero gli insegnamenti che il filosofo greco tenne oralmente all’interno dell’Accademia. Secondo Reale, in questo senso, Platone sarebbe il testimone e l’interprete più geniale di quel momento storico. La sua opera più famosa è il manuale che lo ha reso familiare a generazioni di liceali italiani, «Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi» scritto con Dario Antiseri (prima edizione nel 1983, ultima rivista e ampliata lo scorso anno), compendio in tre volumi detto «Il Reale» tradotto in russo, spagnolo, portoghese, kazako, in corso di traduzione in lettone, cinese, urdu. Alla sua eccezionalità di divulgatore Reale affiancava una grande passione per i giornali come mezzo di diffusione della filosofia perno per i grandi temi: laicità, ragione e fede. Oltre a numerosi articoli, scrisse un’infinità di saggi fino agli ultimi giorni: stava infatti correggendo le bozze di «Cento anni di Filosofia. Da Nietzsche ai nostri giorni», sempre con l’inseparabile Antiseri, che così lo ricorda: «Carissimo amico e maestro, rigoroso e appassionato. Persona esemplare, lascia una grande eredità intellettuale e morale». Quando nel 2005 si pensò ad un referendum sulla legge 40, intervistare sull’argomento il maestro Reale significava sentire una lezione di vita sulla vita: «Non si può liquidare questo argomento con una croce su una scheda: è come mettere ai voti i dieci Comandamenti -sosteneva - Non è un fatto cattolico, la vita è un valore assoluto per tutti. E il primo che ha capito bene questo è stato Platone che nel Fedone dice: la vita è un dono che ci è dato e nessuno lo può togliere non solo agli altri ma neanche a sé, in nessuna condizione... I figli non sono oggetti di consumo emotivo». Semplicemente la conferma: il pensiero antico cura il presente.