Pugile gambizzato in strada a Roma. Aveva appena difeso il titolo

Gambizzato a poche ore dall’incontro che lo aveva confermato campione italiano dei mediomassimi. Agguato in strada l’altra notte a Roma, in via dello Stadio Olimpico, ai danni del pugile romano Mirco Ricci. Il 22enne, in arte «The Predator», è stato raggiunto da due colpi d’arma da fuoco esplosi da due persone in moto, che lo hanno ferito alla gamba destra mentre si trovava all’interno di un’auto insieme a tre donne. Il pugile è stato trasportato al policlinico Gemelli, dove attualmente si trova, ma le sue condizioni non sono gravi. Si indaga, per arrivare ai responsabili - fuggiti subito dopo l’agguato - e per individuare il movente. I carabinieri della compagnia Trionfale non tralasciano nessuna pista. Al vaglio degli investigatori c’è l’ipotesi di una vendetta a seguito di uno «sgarro», ma anche la possibilità che il ferimento sia in qualche modo legato alla vicenda dell’arresto di Ricci avvenuto una settimana fa a San Paolo, per picchiato un uomo di 30 anni. Fino al momento degli spari era stata una serata di gloria per Ricci. Allo Stadio delle Terme di Caracalla aveva battuto ai punti Lorenzo Di Giacomo confermando il titolo italiano. Unanime il verdetto dei giudici: 97 a 93, 97 a 94 e 97 a 93 a favore del campione in carica. Verso l’1.30 la raffica di colpi mentre si trovava in auto in via dello Stadio Olimpico. Ricci viaggiava con la sua fidanzata e due amiche su una Fiat Cinquecento. A guidare la vettura una delle tre donne, amica della fidanzata del pugile, mentre il 22enne era seduto sul lato passeggero. L’utilitaria è stata poi affiancata da due persone in moto e con il volto coperto. Una volta a tiro, i malviventi hanno esploso diversi colpi d’arma a fuoco. Due hanno ferito Ricci alla gamba destra. Illese le tre donne. Immediatamente sono stati chiamati i soccorsi e il campione italiano dei pesi mediomassimi è stato ricoverato al policlinico Gemelli dove, già lunedì, potrebbe essere operato. Il giovane non è in pericolo di vita. Resta da chiarire il motivo dell’agguato. Il pugile non avrebbe ancora fornito elementi utili agli investigatori che stanno anche controllando le immagini delle telecamere presenti sul luogo della sparatoria per tentare di individuare i due aggressori. I carabinieri, inoltre, stanno indagando nella vita privata del pugile. Al momento non si esclude nessuna pista, compresa quella di una vendetta per qualche episodio di cui si è reso protagonista il boxeur, come quello del 12 luglio scorso. Ricci è stato arrestato dalla polizia per il reato di tentata rapina e lesioni gravi dopo che aveva aggredito un trentenne a San Paolo. Il pugile gli aveva chiesto dei soldi e al rifiuto dell’uomo lo aveva preso a calci e pugni. Non è escluso, però, che l’agguato possa essere legato al match che Ricci ha vinto proprio venerdì sera. Quanti guai, fuori dal ring. Le cronache sono piene di pugili che i cazzotti li hanno tirati anche fuori da quel quadrato di sei metri per sei. Talvolta con fini criminali, assoldati dai clan per il «recupero crediti». Il mito giovanile di Roberto Saviano, quel Pietro Aurino di Torre Annunziata che ha in parte ispirato il personaggio di Tatanka, mediomassimo dal talento cristallino, ha scontato cinque anni per traffico di armi e di droga. Era stato arrestato nel 2007 a Civitavecchia, nell’ambito dell’«Operazione Nerone». Condanne definitive, in quel processo, anche per Stefano ed Emiliano Branco, parenti dei pugili Silvio - campione mondiale dei mediomassimi Wba - e Gianluca Branco. Arrestati nel 2002 con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’usura, ne uscirono entrambi con una condanna per favoreggiamento, nove mesi per Silvio, un anno per Gianluca. A Roma la tradizione pugilistica dei Casamonica è antica almeno quanto le vicende giudiziarie. L’ultima grana di Romolo Casamonica, 51enne che ha difeso i colori azzurri alle Olimpiadi di Los Angeles, è relativa a due anni fa con la presunta estorsione in concorso con la moglie ai danni della domestica. Non mancano le giovani leve. Orial Kolaj, classe ’83, albanese naturalizzato italiano, è stato arrestato a ottobre dell’anno scorso insieme a due connazionali con l’accusa di essere l’esecutore di intimidazioni e aggressioni per conto della «mafia delle slot» di Acilia.