Rincara anche il passaporto

Ma le tasse non dovevano scendere? A parole, secondo le promesse di Renzi, il peso fiscale dovrebbe essere alleggerito per far ripartire i consumi. In realtà, in modo più o meno nascosto, le imposte continuano a salire. Ogni occasione è buona per ritoccare qualche balzello e per far cassa. E i bersagli sono sempre i soliti. Dalla casa ai conti correnti, ai bolli. Così il decreto Irpef si è trasformato nel solito contenitore di maggiori imposte. A colpi di emendamenti sono stati inseriti una serie di rincari. Per iniziativa del parlamentare Giorgio Tonini del Pd, aumenterà con tutta probabilità la tassa sui passaporti. L’emendamento, approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, stabilisce che per il rilascio del passaporto si dovranno versare allo Stato 73,50 euro contro i 40,29 attuali. Inoltre viene abolita l'esenzione dalla tassa annuale governativa negli anni successivi al rilascio, nel caso di utilizzo del documento nei Paesi Ue. Aumenta anche la tassa di bollo dovuta per le domande di riconoscimento della cittadinanza italiana a persone maggiorenni, fatte negli uffici consolari e diplomatici all'estero. Passerà da 200 a 300 euro. Un cittadino straniero può ottenere la cittadinanza italiana sulla base di diverse motivazioni: per matrimonio, per residenza, per discendenza e sulla base di leggi speciali, come per i connazionali dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, per i nati e già residenti nei territori dell'ex Impero austro-ungarico ed ai loro discendenti. Un altro emendamento presentato in modo congiunto da Pd e Ncd fa salire la tassazione sulla previdenza complementare che passerà dall’11% all’11,5%. La motivazione è che bisognava compensare le minori entrate per il fatto che i fondi pensione saranno esclusi dalla tassazione applicata sulle rendite finanziarie (26%). Il decreto infatti prevede che l’aliquota sulle rendite finanziarie passi dal 20 al 26% a partire da luglio prossimo. L’aumento è stato esteso anche ai conti correnti e conti postali, oltre che a azioni, obbligazioni, conti deposito e fondi di investimento. Stando ai dati della Cgia di Mestre, il rincaro per un conto corrente medio sarà di circa 1 euro all’anno. La situazione cambia nei conti con giacenze più elevate, dove la tassazione aumenta: sempre secondo la Cgia di Mestre, con un conto deposito tra 10mila e 50mila euro ci sarà un aumento della tassazione pari a 2,3 euro l’anno, mentre su conti fino ai 250mila euro l'aumento previsto è di 26,1 euro. Oltre 250 mila euro si parla di 169,2 euro in più all’anno. Ma non è tutto. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha escluso la possibilità di rendere deducibile l'Imu sui beni strumentali ai fini Ires e Irap perchè questo richiederebbe «il reperimento di ingenti risorse finanziarie per far fronte al mancato gettito». Secondo Padoan le imprese sono state già accontentate con la riduzione dell'Irap e quindi non dovrebbero reclamare altro. Padoan ha quindi rinviato a un prossimo futuro il calo della pressione fiscale da attuarsi «anche con metodi diversi», ad esempio attraverso il processo di «semplificazione» previsto dalla delega fiscale che il governo si sta accingendo ad adottare e che avrà l'effetto di ridurre i costi al mondo produttivo». Per ridurre le tasse, inoltre, si rinvia, come al solito, ai risultati della lotta all’evasione. Gli incassi, secondo quanto prevede il decreto Irpef, saranno destinati al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Ma il meccanismo non è così automatico come può sembrare. Andranno al fondo solo le maggiori entrate «permanenti» che si stima di incassare nella nota di aggiornamento del Def, rispetto alle previsioni scritte nel bilancio dell'esercizio in corso. Inoltre le risorse dovranno essere superiori a quanto effettivamente incassate nell'esercizio precedente, «al netto di quelle derivanti dall'attività di recupero fiscale svolta dalle regioni, dalle province e dai comuni».