Faida tra Crocetta e Raciti
PALERMO «Me lo ha chiesto il premier Renzi, non potevo dire di no». Ed è stato proprio il segretario del Pd ad abbandonarla a tal punto che, Giusi Nicolini, ha dovuto rinunciare alla candidatura alle Europee. «Dopo lunga riflessione e insistenti inviti, ho accettato di candidarmi - afferma il sindaco di Lampedusa - La ragione che mi ha spinto a farlo è semplice: ho ritenuto che fosse una scelta dal forte valore simbolico, un riconoscimento per Lampedusa e la mia comunità, però, nella direzione nazionale del Pd sono prevalse altre logiche, che privano di significato la mia candidatura». Rabbia e amarezza, manifesta la Nicolini. Una decisione che alimenta il già duro scontro all’interno di un partito, il Pd, che in Sicilia tra rimpasto di governo e candidature alle europee è letteralmente spaccato. E dire che era stato Davide Faraone a volare a Lampedusa, inviato dallo stesso Renzi, per convincere il sindaco dell’isola a candidarsi. Come dire, anche il capo dei renziani in Sicilia, in questa occasione, ha dovuto ingoiare il rospo. Le lacerazioni del partito di Renzi hanno un solo colpevole: il Pd stesso. Nessun altro. Guerre tra correnti, vecchi rancori e liti per avere una poltrona nel futuro Crocetta bis e a Bruxelles. Tra i silurati per un posto in Europa, Antonello Cracolici, deputato al parlamento siciliano, pezzo da novanta del Pd. «Io sono vittima di Crocetta - sbotta - e di una manovra di cui era parte anche Lumia, di una vendetta tipica dei regimi non democratici. La candidatura di Lumia è maturata, ad esempio, dentro un mercimonio». Poi, il colpo letale: «Ho subìto la vendetta trasversale tipicamente mafiosa del duo Crocetta-Faraone». Toni duri che danno il senso dell’aria che si respira tra i Dem isolani. Anche il senatore, Beppe Lumia, paladino dell’antimafia, è stato estromesso dalle liste. Questo scenario non può che complicare ancor più la strada al governatore Rosario Crocetta per il varo del suo secondo governo. Di certo la partita liste per Bruxelles non è affatto chiusa. Con l’uscita della Nicolini si riaprono i giochi che dovranno ricomporre il puzzle tenendo conto non solo di chi dovrà andare al Parlamento Ue ma soprattutto di chi dovrà andare a sedersi a Palazzo d’Orléans, sede della Giunta regionale. Liste disgraziate queste del Pd. A tal punto che hanno scatenato anche un impensabile scontro tra la capolista alle europee, circoscrizione Sicilia-Sardegna, Caterina Chinnici (figlia del magistrato ucciso dalla mafia) e lo stesso Crocetta che apre le danze. «Chinnici è stata assessore con Lombardo che è stato condannato per mafia - spara il governatore - Come potremo giustificare la scelta?». In difesa della Chinnici in campo il segretario del Pd Sicilia, il cuperliano Fausto Raciti: «Ha una fedina penale immacolata. Inviterei a verificare se nella giunta Crocetta ci sono responsabilità ben più gravi». Per rendere ancor più pirandelliana la vicenda, in mezzo a tutta questa tempesta, nel pomeriggio irrompe Crocetta: «Il Pd ha una bella lista per le europee e lo dico da dirigente democratico e non da presidente della Regione».