Processo Ruby bis: condannati Fede, Mora e Minetti

Si chiude con un sentenza di condanna a sette anni per Lele Mora ed Emilio Fede e a cinque per Nicole Minetti il processo 'Ruby bis' e si spalanca un nuovo capitolo giudiziario per Berlusconi. Il Tribunale di Milano trasmette gli atti del processo alla Procura perché valuti la posizione dell'ex premier e dei suoi avvocati Longo e Ghedini, con l'ipotesi che abbiano 'addomesticato' le testimonianze di Ruby e di altri ospiti ad Arcore. A poco meno di un mese dalla condanna a sette anni di Silvio Berlusconi nel processo 'parallelo', anche altri giudici (presidente Anna Maria Gatto, a latere Paola Pendino e Manuela Cannavale) riconoscono che a Villa San Martino non si svolgevano "cene eleganti" ma eventi destinati a soddisfare le voglie sessuali del padrone di casa grazie alle prestazioni a pagamento di ragazze compiacenti. Alle tre giovani donne che si erano costituite parti civili, Ambra Battilana; Chiara Danese e Imane Fadil, i giudici assegnano un risarcimento da stabilirsi in un altro giudizio. "È stata ristabilita la nostra dignità", il commento delle tre che hanno raccontato in aula  scene hot viste ad Arcore. Con il verdetto, i giudici della quinta sezione penale delineano anche il ruolo di ciascuno degli imputati. L'ex talent scout Mora, condannato per tutti i capi d'imputazione (favoreggiamento e induzione della prostituzione, anche minorile), viene individuato come il promotore del 'sistema': convinceva le ragazze che passavano dalla sua 'scuderia' a partecipare alle feste e a prostituirsi e le sosteneva nella loro scelta. Sarebbe stato solo lui il responsabile del coinvolgimento della minorenne Ruby che e' costato la condanna a Berlusconi nel verdetto 'gemello'. Il commento a caldi di Lele Mora: «Mi aspettavo questa condanna totalmente». Una sentenza che comunque ha definito "molto severa". Per Mora la condanna era attesa «dopo aver visto la sentenza del processo Ruby, in quel momento ho capito che la mia condanna non poteva essere inferiore. Ma io non ho paura. Ho grande energia e tanta fede, speranza nel futuro. Prego la Madonna di Medjugorje che piange per me». Emilio Fede: «Se hanno condannato Berlusconi, non potevano non condannare anche a me. «Sono contento - ha proseguito Fede - perché i colleghi mi sono vicini, mi hanno chiamato. Ogni commento mio è il vostro». Tornando alle imputazioni, l'ex direttore del Tg4, che è stato assolto per il reato di induzione alla prostituzione minorile ma non per quello di favoreggiamento della prostituzione, ha concluso: «Ma come si può pensare che io abbia portato le ragazze alle feste? Sono dispiaciuto, perché la Corte mi era umanamente simpatica».