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Con la consegna delle liste dei partiti per Camera e Senato, si apre ora la partita per i candidati da mettere in campo per le elezioni regionali del 24 e 25 febbraio.

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Pochigiorni dunque per chiarire alleanze e candidati. Il centrodestra parte in ritardo rispetto al centrosinistra che già da tre mesi ha messo in campo un big del calibro di Nicola Zingaretti. Francesco Storace, indicato come candidato del centrodestra solo da qualche giorno, dovrà ora recuperare il campo. A partire dalle alleanze. Una partita che ha già visto i due maggiori contendenti alla Pisana scontrarsi sui Radicali, clamorosamente "esclusi" dalla coalizione del centrosinistra, nonostante Emma Bonino fosse soltanto tre anni fa la candidata sfidante della Polverini, e "corteggiati" da Storace. Alla fine i tempi ristretti non hanno consentito alcun margine di accordo. Una vicenda questa sulla quale se ne apre un'altra, ancora più delicata, ovvero quella che vedrebbe i neo movimento Fratelli d'Italia - centrodestra nazionale, correre in solitaria con l'esponente di punta, Giorgia Meloni. Ieri l'appello di Storace: «Anche nel Lazio il centrodestra ha il dovere dell'unità - ha detto il leader de La Destra -. Esaurita la fase degli apparentamenti su scala nazionale per la Regione si apre la settimana che decide le alleanze. Sarebbe bizzarro se qualcuno si sottraesse ad una battaglia comune. Giorgia Meloni ha detto recentemente - lo ha ripetuto anche ieri - che non è stata soddisfatta dal metodo seguito dal Pdl quando è stato comunicato il consenso del centrodestra alla mia candidatura per la presidenza del Lazio. Non c'è dubbio che si sarebbe potuto usarle maggior rispetto per forma e sostanza. Questo non significa che possa esserci una sproporzione nella reazione. Pochi la comprenderebbero, ne sarebbero contenti solo i nostri avversari». A replicare il deputato Fabio Rampelli: «Il mancato accordo con i radicali, seppur dipeso da ragioni "tecniche", e il riconoscimento di un errore di metodo e di percorso nella designazione della candidatura a presidente, sono segnali positivi che consentono di impostare con Francesco Storace un dialogo costruttivo. Fratelli d'Italia è ora impegnato nella presentazione delle liste per le elezioni politiche nazionali. Domani (oggi ndr) affronteremo le regionali del Lazio - ha ribadito Rampelli -. Partiremo dai contenuti della campagna elettorale e verificheremo se esiste o meno una convergenza su proposte e programmi». Ma se nel centrodestra è ancora in vista il cartello «under construction», il centrosinistra tira dritto, compatto. Zingaretti, poco incline alle polemiche, non manca però di ricordare, diplomaticamente, lo scandalo dei fondi ai gruppi regionali. Ovvero, perché i cittadini del Lazio sono chiamati alle urne dopo soltanto due anni e mezzo di legislatura. «I contributi diretti ai consiglieri regionali sono una voce che per me si potrebbe anche azzerare. Non è compito delle istituzioni pubbliche finanziare le attività dei singoli consiglieri - ha detto Zingaretti - cosa diversa sono i fondi destinati ai gruppi consiliari, che servono a finanziare le attività politiche e che, comunque, devono essere rivisti sulla base del decreto Monti e di appositi regolamenti che fissino altri paletti». Poi l'affondo: «La Regione Lazio ha accumulato 9,8 miliardi di debiti verso le aziende fornitrici perché ha gestito un bilancio di competenza, cioè gli impegni di spesa. Si sono impegnati a spendere senza avere la cassa e quindi non riescono ad onorare questi buffi. Bisogna riportare la gestione della competenza su un livello di serietà - ha aggiunto Zingaretti - basta con le politiche delle promesse per cui si promette per conquistare il consenso politico sull'opera pubblica. Servono politiche di razionalità della spesa e politiche di riforma sanitaria per abbassare il disavanzo». Di questo, e altro, si parlerà in una campagna elettorale che si preannuncia rovente. Storace ha fatto già sapere di «non vedere l'ora di confrontarsi in tv proprio con Zingaretti».

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