Monti accelera Liste pronte domani

Leliste di candidati a sostegno di Mario Monti, potrebbero essere completate tra oggi e domani. Poi ci sarà la verifica di Enrico Bondi e quindi la presentazione. Ieri il premier ha visto Casini e Fini per la scrematura delle candidature mentre il Pd in una sorta di corsa ad accaparrarsi i personaggi più rappresentativi e riconoscibili dal grande pubblico, gli ha sfilato l'ex direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli e il vice di Bonanni, il segretario aggiunto Giorgio Santini che meno di ventiquattr'ore prima le indiscrezioni davano tra i montiani. L'ultima parola sulle candidature spetta a Monti ma Casini e Fini non intendono lasciargli carta bianca. Il vertice di ieri è servito a definire gli equilibri oltre che i nomi, visto che al Senato ci sarà il listone mentre alla Camera ognuno correrà per conto proprio. Sulla lista civica alla Camera ci sarebbe un pre-accordo tra Monti, Montezemolo e i cattolici. Più complicato il discorso che riguarda le liste di Udc e Fli alla Camera e per la lista unica al Senato. Al momento, per la lista Monti al Senato si parla di un terzo degli eletti a Udc e Fli e due terzi a Monti. Il premier vuole concedere a ciascuna lista al massimo due deroghe per chi ha già svolto tre mandati in Parlamento. Ma una regola così ferrea rischia di tagliare fuori nomi di spicco. Ecco allora che tra le controproposte di Udc e Fli vi sarebbe quella di tener fuori dalla quota i leader dei partiti, vale a dire Casini e Fini, per consentire così a Montecitorio la candidatura di Buttiglione e Cesa e dei futuristi Roberto Menia e Italo Bocchino. Altra richiesta presentata a Monti è quella di valutare anche i curricula sull'attività dei parlamentari di lungo corso e la considerazione che la legislatura 2006 è durata solo due anni. Infine c' l'ipotesi di considerare le deroghe non su scala nazionale, ma facendo riferimento alle circoscrizioni o comunque ad aree territoriali più limitate. Da approfondire poi le questioni legate ai potenziali conflitti di interesse. Non meno complicata la lista unica che sotto il logo «con Monti per l'Italia» verrà presentata al Senato. Il premier non vuol sentir parlare di quote da assegnare alle varie componenti, piuttosto spinge affinché il criterio sia quello della valutazione dei curricula. Nella lista dovrebbe trovare posto Casini, mentre Fini dovrebbe correre per la Camera guidando Fli in tutte le circoscrizioni. Per Palazzo Madama dovrebbero essere in campo gli ex Pdl Mario Mauro, Alfredo Mantovano e Giuliano Cazzola, mentre Franco Frattini non dovrebbe essere nella partita. Più probabile, sempre tra gli ex berlusconiani, la presenza di Beppe Pisanu. Tra i finiani presenti Benedetto Della Vedova, Giulia Bongiorno, il maggiore Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al valor militare dopo essere rimasto gravemente ferito in Somalia e deputato uscente. In lizza anche Mario Baldassarri e Alessandro Ruben. Un posto dovrebbero trovare anche Linda Lanzillotta, già esponente del Terzo Polo, e l'ex Pd Pietro Ichino. La lista dei nomi in corsa per Montecitorio è praticamente fatta. Confermata la scelta di rimanere fuori di Montezemolo e di Riccardi, dovrebbero essere nella partita il portavoce della Comunità di Sant'Egidio Mario Marazziti, l'ex presidente delle Acli Andrea Olivero, il coordinatore politico di Italia futura Carlo Calenda, il rettore dell'Università per stranieri di Perugia Stefania Giannini, il direttore di Italia Futura Andrea Romano e l'economista Irene Tinagli. Dentro anche Ernesto Auci. E sempre il movimento di Montezemolo metterà in pista il magistrato Stefano Dambruoso e probabilmente l'ex capo di stato maggiore della Difesa Vincenzo Camporini. Intanto la fila alla porta di Monti si ingrossa. Pannella bussa e chiede ospitalità.