I marò tornano in Italia «Un regalo stupendo»

Unautentico incubo. Che s'è spezzato, sia pure parzialmente, ieri mattina alle 12.48. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i militari italiani catturati il 15 febbraio scorso al largo delle coste del Kerala, in India, sono tornati in Italia. I nostri soldati erano in servizio anti-pirateria sulla nave petroliera «Enrica Lexie» ed avrebbero aperto il fuoco contro un peschereccio (scambiato per un natante di pirati somali) avvicinatosi eccessivamente senza rispettare gli avvertimenti. Latorre e Girone sono accusati della morte di due pescatori indiani, Ajesh Binki, 25 anni, e Valentine Jelastine, 45 anni, che si trovavano sull'imbarcazione. Da quel momento è cominciato il calvario per i marò, atterrati ieri sulla pista dell'aeroporto militare di Ciampino con l'airbus 319. Ad attenderli, oltre al ministro degli Esteri Giulio Terzi, a quello della Difesa Giampaolo Di Paola, al Capo di Stato Maggiore della Marina Luigi Binelli Mantelli, c'erano i familiari più stretti: la sorella di Massimiliano, Franca Latorre, con la figlia Giulia (18 anni), i figli di Franca, Giovanni e Alessandra Urbinello, e il nipote Christian Daddario. Per la famiglia Girone era presente il papà, Michele, accompagnato dai figli del militare, Michele (9 anni) e Martina (6 anni), la mamma, Maria Ferraro, e la moglie, Giovanna Ardito. Scene di gioia a bordo pista. «Abbiamo il cuore e l'anima in festa - ha detto Michele Girone, padre di Salvatore - Un grazie grandissimo a tutte le istituzioni». «Abbiamo tanto atteso questo momento - ha aggiunto Franca Latorre, sorella di Massimiliano. Condividiamo con tutta l'Italia una splendida giornata. Grazie a tutti». Prima di scendere dall'aereo i due militari hanno incontrato a bordo i familiari. «Sono molto emozionato. Faccio ancora fatica a rendermi conto che respiriamo aria di casa, della nostra amata Italia. Dobbiamo ringraziare le istituzioni che hanno permesso tutto ciò». Sono le prime parole di Massimiliano Latorre appena sceso dall'aereo. «Dopo 10 lunghi mesi - ha proseguito - non ci aspettavamo di tornare per Natale. Tutto questo è stato reso possibile dal grande lavoro che in questi mesi è stato svolto dal governo e dalle istituzioni». Sorride con gli occhi lucidi anche Salvatore Girone: «L'abbiamo sempre detto, siamo fiduciosi. Il governo ci è stato vicino e non ci ha mai mollato». Nel pomeriggio Latorre e Girone sono stati ricevuti al Quirinale dal presidente della Repubblica Napolitano. Incontro anche col presidente del Senato Schifani. In serata i due fucilieri della Marina sono arrivati nell'aeroporto di Brindisi per raggiungere le loro abitazioni. Numerose le reazioni. Il ministro Terzi: «Grande emozione nel riabbracciare Massimiliano e Salvatore, valorosi servitori dello Stato». Il presidente del Consiglio Monti ha telefonato ai marinai ribadendo l'impegno del governo per la definitiva soluzione del caso». Il Capo di Stato Maggiore della Marina Luigi Binelli Mantelli: «È il più bel regalo di Natale». Angelino Alfano, segretario del Pdl: «L'Italia vi difenderà. Bentornati e buon Natale». Intanto l'Eurispes lancerà nei prossimi giorni una campagna di informazione a sostegno dell'idea che i marò debbano restare in Italia . «Il governo italiano ha assunto impegni internazionali verso lo Stato indiano e li rispetterà pur non condividendo il contegno tenuto dalle autorità indiane. I nostri marinai - si legge - hanno dato la loro parola di italiani e di soldati e la manterranno pur vivendo il disagio psicologico dell'ingiusto processo. Ma la nostra Costituzione nella più alta declinazione dello Stato di diritto - precisa Eurispes - attribuisce all'Autorità Giudiziaria, nell'autonomia e nell'indipendenza dagli altri poteri dello Stato (Parlamento e Governo) l'obbligo dell'applicazione della legge e dell'esercizio della giurisdizione. La Procura della Repubblica di Roma ha, sin dal febbraio del 2012, nell'immediatezza degli accadimenti, aperto un procedimento penale nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ritenendo fondatamente la propria competenza giurisdizionale a giudicare le loro eventuali responsabilità».