Il risultato che sembrava impossibile è stato centrato.

IlCancelliere Angela Merkel ha dovuto cedere al pressing serrato del premier e del primo ministro spagnolo Rajoy accettando il meccanismo anti spread, ovvero l'intervento dei fondi salva Stati a tutela dei Bond dei Paesi virtuosi ma in difficoltà. Non solo. Monti porta a casa la ricapitalizzazione diretta delle banche eì il piano crescita da 120 miliardi. «È un'operazione imponente» ha commentato Monti. Unica concessione a Berlino è che i Paesi che faranno richiesta di questi interventi di stabilizzazione dovranno firmare un memorandum d'intesa che li impegnerà a «continuare ad adempiere alle condizioni alle quali già adempiono» per deficit eccessivo. Sul resto ha prevalso la linea di Monti. La Merkel avrebbe voluto affidare alla troika (Ue, Bce e Fmi) il controllo del rispetto delle condizioni per beneficiare dello scudo anti spread ma ha dovuto cedere anche su questo punto. Non ci saranno sorvegliati speciali, nè cessioni di sovranità nazionali sul tipo di quello che è accaduto per la Grecia, l'Irlanda e il Portogallo. «Se l'Italia dovesse mai ricorrere al meccanismo antispread, previsto per quei Paesi che hanno adempiuto alle raccomandazioni della Commissione Ue ma in difficoltà sui mercati ma non candidati al salvataggio, non si troverebbe in casa la troika« ha spiegato Monti. Il prof ha precisato che non aveva chiesto automatismi nel meccanismo anti spread e che comunque «non è stato fissato un livello di spread» che può fare scattare lo scudo. «C'è stata tensione e una lunga discussione, ma alla fine si è raggiunto l'accordo» ha commentato Monti che si è voluto togliere anche un paio di sassolini dalle scarpe. Ha lanciato una stoccata all'ex ministro Renato Brunetta e al presidente di Confindustria. All'esponente del Pdl ha mandato a dire che l'accordo sullo scudo anti spread «non è una polpetta avvelenata». Se invece il meccanismo avesse previsto l'intervento della troika, «non saremmo stati contenti per quel tipo di pesantezza che abbiamo visto» in altri Paesi. Poi precisa che l'Italia «al momento non ha intenzione di avvalersi dello scudo anti spread». Frecciata anche al numero uno di Confindustria. «Mi sto imponendo una moderazione interpretativa sul linguaggio del presidente Squinzi. Lui ha affermato che avrei potuto persuadere la cancelliera Merkel, tanto più che conosco perfettamente il tedesco. Devo purtroppo ricusare quest'unico elogio di Squinzi perchè non conosco il tedesco». Interviene anche sull'analisi del presidente confindustriale che ha parlato di Italia nell'abisso. «Abisso o no, la situazione economica italiana è pesante - puntualizza il premier - Non ho mai pensato che si potesse trasformare in leggera in pochi mesi». Monti fa anche una sottile allusione a quanti nei giorni scorsi hanno ventilato elezioni anticipate. «Non abbiamo mai preventivato un orizzonte più breve di quello che si conclude con la primavera prossima». E precisa anche che l'operazione a Bruxelles «non è per rafforzare il governo ma l'Europa». L'obiettivo «è fare il maggior numero di cose utili in questo breve periodo». Poi tornando al risultato raggiunto, spiega che «il solo intervento sulla crescita avrebbe alleviato gli spread ma con le attuali tensioni era poco». Era quindi necessario mettere in sicurezza gli spread. I meccanismi operativi saranno definiti all'Eurogruppo del 9 luglio. Non mancano messaggi rassicuranti per l'Italia. Il premier ribadisce che non ci saranno manovre aggiuntive e che il pareggio di bilancio sarà raggiunto, come previsto, nel 2013. Della Tobin Tax, ovvero la tassazione sulle transazioni finanziarie, il premier ha spiegato che «le riflessioni si faranno all'Ecofin». Quanto alle reazioni dei mercati nei prossimi giorni, Monti ha osservato che «è sempre difficile prevedere la reazione, mi sembra che oggi sia stata buona». Eppure «non so se basterà questo insieme di provvedimenti» ad allentare la morsa. C'è tutta una storia passata di decisioni europee che si pensava sarebbero bastate e poi non è stato cosi. Tuttavia, guardando al pacchetto complessivo delle misure varate da questo consiglio Ue e quindi considerando anche il pacchetto sulla crecita mi sembra ci sia più contenuto delle altre volte». Altro risultato messo a segno da Monti è che nel documento sulla crescita si fa riferimento alla «composizione qualitativa della spesa pubblica e al ruolo degli investimenti pubblici». In sostanza, una versione della Golden Rule da tempo chiesta dall'Italia. Il presidente del Consiglio ha inoltre ricordato che la Commissione europea «fra qualche mese» farà un documento che «permetterà di inquadrare meglio» questo tema. Nel dopo vertice non sono mancate alcune battute scherzose. «Ho potuto verificare che la Cancelliera Merkel sarebbe voluta andata a vedere la finale a Kiev. Naturalmente non con me...». «Ci sarà invece Rajoy con il quale invece ci capiamo, come si è visto, anche se non parlo lo spagnolo».