Pronti alla fiducia sul ddl anticorruzione, un provvedimento «importante, corretto e condivisibile».

«Sonoserena anche su questo secondo caso», ha assicurato la Guardasigilli. Ben presto le parole della titolare di via Arenula raggiungono Roma e tornano a far discutere forze politiche in profondo contrasto su un provvedimento caro al premier Monti per il processo di risanamento del Paese. Per il Pdl, la fiducia è un boccone amaro da mandar giù. «Il governo dovrebbe assumersi la responsabilità, anche nel merito, di cercare una mediazione. Ma è chiaro che la voteremo», assicura il capogruppo in Commissione Giustizia, Enrico Costa. Dello stesso avviso la collega di partito e relatrice del testo Jole Santelli. «Per quanto questo provvedimento possa essere delicato - riconosce la deputata pidiellina - non credo si possa correre il rischio di privare l'Italia del governo in una fase così complessa». Ciò non toglie «che la fiducia tronca il dibattito. E spero che almeno uno dei punti più controversi del provvedimento, quello che attiene al traffico di influenze, possa essere stralciato dal testo su cui l'esecutivo apporrà la fiducia», è la richiesta della relatrice. Si fa sentire anche il vicepresidente vicario del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro: «Voterò la fiducia ad un governo che sta evidentemente già cercando il modo di scappare, perché non abbia l'alibi di sostenere che noi non vogliamo un provvedimento anti-corruzione che proprio il Pdl ha depositato, per primo, all'attenzione del parlamento». Il Pd conferma la linea anticipata l'altroieri, quando lo spettro della fiducia prendeva forma. «Noi siamo disposti a votarla sul testo uscito dalle Commissioni», ribadisce il capogruppo del Democratici in commissione Giustizia, Donatella Ferranti. Che puntualizza: «Non accetteremo alcun intervento sui processi in corso». L'Udc adotta la linea morbida sulla fiducia, ma chiede di dare immediata attuazione alle norme sull'incandidabilità dei condannati in Parlamento. «Si può comprendere una mediazione sulla parte penale della legge - dice il deputato centrista Pierluigi Mantini - ma su questo principio non c'è nulla da mediare, i cittadini davvero non capirebbero un nuovo rinvio». Sulle barricate l'Idv, che confida in un ripensamento del ministro Severino. «Questo ddl anti-corruzione non ci convince. E non ci convince neanche il ricorso all'annunciata fiducia che, d'altra parte, non è più una novità per questo governo», tuona il capogruppo dipietrista in commissione Giustizia, Federico Palomba. «Manteniamo forti riserve sulla questione della derubricazione della concussione per induzione, un'ipotesi che non ha un fondamento "tecnico-giuridico", come invece sostenuto dal ministro Severino, e che deve dunque trovare altre soluzioni. In materia di concussione - incalza Palomba - continuiamo a pensarla come la magistratura milanese perché non è solo una norma "salva-Ruby" ma anche "salva-Penati" e "ammazza-processi"». Anche la Lega si appresta a ribadire il suo ennesimo no al governo Monti, dopo le tante battaglie condotte in Commissione Giustizia. Non ultima la protesta anti-Severino che ha visto i lumbard abbandonare i lavori dei Comitati ristretti alla presenza del Guardasigilli.