Gianni Di Capua Per il ministro del Welfare Elsa Fornero si tratta di dati «molto brutti».

Ineffetti, guardando la fotografia del mondo del lavoro scattata dall'Istat, la reazione non può che essere di disperazione. La disoccupazione, infatti, continua a macinare nuovi record, riportando l'Italia indietro di oltre un decennio. Nel primo trimestre 2012 il tasso ha sfondato la soglia della doppia cifra toccando il 10,9%: un valore che non si vedeva dal 1999. Contemporaneamente l'esercito di chi è in cerca di un lavoro si allarga e arriva a contare 2,8 milioni di persone, il livello massimo dal 1993. A pagare il prezzo più alto sono ancora una volta i giovani, con i disoccupati under 25, pari a 631 mila (35,9%, altro record storico). In Europa fanno peggio di noi solo Spagna, Slovacchia e Portogallo. Mentre impressiona il picco del 51,8% registrato per le donne del Mezzogiorno tra 15 e 24 anni. Anche guardando ai dati provvisori su aprile lo scenario non migliora, con il tasso di disoccupati che si mantiene sopra la soglia del 10% (10,2%). La piaga però interessa tutto il Vecchio Continente, dove il tasso continua ad aggiornare i suoi massimi, salendo all'11% nell'area euro. Per trovare qualche numero in controtendenza occorre andare ad analizzare i rapporti di lavoro cosiddetti «deboli». Segnano infatti un forte aumento il part time (+9,6%, per la maggior parte involontario), e i dipendenti a termine (100mila in più nel giro di un anno). In rialzo, per effetto della stretta sulle pensioni, sono anche gli occupati italiani over 55 (+121 mila), in gran parte donne. E proprio sul fronte pensionistico va registrata la firma del premier Mario Monti e del ministro Fornero al decreto interministeriale che affronta il nodo «esodati». A darne notizia un comunicato in cui si spiega che il testo, «composto da 8 articoli, si applica a 65mila lavoratori e disciplina le modalità di attuazione del "Salva Italia" individuando la ripartizione dei soggetti interessati ai fini della concessione dei benefici». «Il governo - si legge ancora nella nota - è consapevole che il provvedimento non esaurisce la platea di persone interessate alla salvaguardia». Per questo l'esecutivo si impegna a trovare anche per loro «soluzioni eque e finanziariamente sostenibili». Nel comunicato è presente anche una tabella predisposta dall'Inps per le categorie interessate. In particolare si tratta di: 25.590 «soggetti» in mobilità, 3.460 in mobilità lunga, 17.710 fondi di solidarietà, 10.250 prosecutori volontari, 950 lavoratori esonerati, 150 genitori di disabili e 6.890 lavoratori cessati ai sensi del decreto 216 del 2011.