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Il Paese è ancora minacciato da «enormi possibilità di contagio».

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L'andamentodello spread dimostra che il Paese è ancora molto fragile e risente della grave situazione spagnola e greca. Insomma lo spread calerà soltanto se la Ue «farà scelte credibili». Ora è alto, ha detto, «a causa di una generale debolezza del sistema più che dei singoli Stati». Monti, in videoconferenza al Brussels Economic Forum (è stato trattenuto in Italia dal terremoto), striglia i partner europei ad «accelerare gli sforzi» per evitare che la crisi precipiti. Le sue parole sono rivolte soprattutto alla Germania che continua ad essere contraria agli Eurobond come ai salvataggi bancari a carico del Fondo salva Stati. Così chiede a Berlino di «riflettere profondamente, ma anche rapidamente». Il pressing di Monti è in piena sintonia con la posizione del presidente della Bce Mario Draghi che parla in contemporanea al Parlamento europeo. Entrambi ribadiscono quello che il giorno prima la Commissione Ue aveva detto a chiare lettere, quasi sfidando il Cancelliere Angela Merkel; ovvero avanti con un'assicurazione europea sui depositi bancari e all'accesso diretto delle banche al fondo salva-Stati. Monti guarda al consiglio Ue di fine giugno, nel quale si attende un primo rapporto di Draghi, Van Rompuy, Barroso e Juncker sul processo di integrazione verso un maggiore governo europeo. E il 22 giugno si terrà a Roma il vertice tra Monti, il Cancelliere Merkel e il presidente francese Hollande. All'indomani delle raccomandazioni del semestre europeo, il premier si dice «incoraggiato da quanto la Commissione ha detto su ciò che è stato fatto dall'Italia», anche se «molto resta ancora da fare». Insiste sulla necessità di rilanciare la crescita, in continuità con lo sforzo per limitare il contagio, e all'Europa dice che il permanere dello spread su livelli di guardia rischia di diventare un potente «disincentivo» alle politiche di rigore, perchè i cittadini non vedono i risultati dei sacrifici chiesti. Monti ricorda anche che senza misure per la crescita, che lascino intravedere ai cittadini che «vale la pena» perseguire il rigore, il rischio è che venga meno il sostegno alla disciplina di bilancio. Il messaggio è rivolto in particolare alla Germania. A Berlino fa intendere il rischio che nuove misure di rigore non siano più tollerate dai cittadini. «Più passano i mesi, con la società italiana sottoposta a forti sforzi di consolidamento fiscale, senza che si vedano i benefici che indicano oggettivamente che vale la pena farli, più, mese dopo mese, l'opinione pubblica si volterà contro le raccomandazioni europee per la disciplina di bilancio». Occorre quindi trovare il giusto equilibrio tra risanamento e sviluppo. «Si è in una situazione difficile quando un Paese che dimostra uno sforzo massiccio» e «politicamente e socialmente costoso» si trova «minacciato da enormi possibilità di contagio». E ciò dovrebbe indurre l'Europa ad «accelerare lo sforzo per limitare il contagio», e la Germania a riflettere: «la loro cultura della stabilità rischia di essere minacciata se non si fissa velocemente un sistema per limitare il contagio». Se lo spread è ancora così alto in Italia - riflette il premier - è per i «peccati del passato» che hanno lasciato un debito oltre il 120% del Pil, ma anche per l'assenza «di una visibile traiettoria di crescita», che se invece ci fosse potrebbe attenuare «quasi all'istante» la tensione sugli spread. Ma mentre Draghi per ottenerla punta sulle riforme strutturali (lavoro e liberalizzazioni in primis), Monti auspica dall'Europa «un maggiore ruolo per gli investimenti» da promuovere soprattutto nel settore pubblico, ad esempio in progetti infrastrutturali. E non esita a rivolgersi direttamente alla Bce: pretendere dall'Eurotower lo stesso ruolo di promotore della crescita della Fed americana darebbe un «alibi» ai governi per non fare la loro parte. «Se aggiungiamo la crescita agli obiettivi della Banca centrale europea c'è il rischio che noi governi troveremmo comodo astenerci dal prendere le misure economiche necessarie, con effetti controproducenti». Ma Monti si dice sicuro che l'Eurotower ha a cuore «l'integrità dell'area euro e la stabilità finanziaria»: quasi un invito a proseguire con le misure d'emergenza. E proprio per il suo impegno sul fronte europeo, il premier ieri è stato insignito del premio European Leadership 2012 lanciato dalla rivista settimanale European Voice per stimolare il dibattito sulle sfide a cui l'Europa deve fare fronte. Nella rosa dei candidati al premio, oltre a Monti, figuravano il presidente della Bce Mario Draghi e il Cancelliere Angela Merkel. Intanto l'agenzia Fitch in un rapporto sull'ipotetica uscita di un Paese dall'Eurozona indica quali sarebbero le conseguenze: forti effetti negativi da recessione, inflazione, mancanza di credito, restrizioni sui depositi bancari e controlli sui capitali e infine, una forte instabilità politica e sociale.

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