Forlani conferma: "Come nel '76 anche oggi la sospenderei"

Da ministro della Difesa, nel 1976, sospese la parata del 2 giugno per dirottare uomini e mezzi in Friuli per soccorrere le popolazioni colpite dal terremoto. Oggi Arnaldo Forlani ripeterebbe la stessa scelta all'indomani del sisma che ha colpito l'Emilia Romagna, accogliendo le richieste in tal senso che arrivano da più parti. «Sarebbe opportuno sospendere la parata - ha spiegato l'ex leader Dc - per mobilitare tutte le energie necessarie nelle zone colpite dal terremoto». «Certamente la Festa della Repubblica va celebrata, ma mi limiterei ad una manifestazione simbolica, sobria come ha sottolineato il Capo dello Stato, come un omaggio all'Altare della Patria, eliminando tutto ciò che può avere anche un costo eccessivo in un momento così difficile per il Paese». L'allora ministro della Difesa sorprese tutti. Il Paese era in stato di shock per il peggiore sisma dai tempi dello tsunami di Messina nel 1908, Arnaldo Forlani fece sapere con un comunicato la sua decisione: «La parata militare quest'anno, non si svolgerà. La decisione è stata presa a seguito della grave sciagura del Friuli e per far sì che i militari e i mezzi di stanza al nord siano utilizzati per aiutare i terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali». Così a distanza di 36 anni Forlani diventa il faro della sinistra e nuova icona degli internauti che rimbalzano «cinguettii» inneggiano alla scelta dell'allora ministro della Difesa democristiano. A lui paludono oggi anche i movimenti pacifisti che sottolineano la «sensibilità » democristiana. «Non essere d'accordo con lo svolgimento della parata non significa non tenere conto delle Istituzioni: nel 1976, dopo il sisma in Friuli, l'allora ministro della Difesa Arnaldo Forlani sospese la sfilata», precisa Mao Valpiana, presidente del Movimento nonviolento. Arnaldo Forlani, il leader Dc che fu travolto da Tangentopoli, si vede ora riabilitato persino dai comunisti. La parziale «riabilitazione» arriva da Paolo Ferrero. «Nel '76 Lelio Basso scrisse all'allora ministro della Difesa Arnaldo Forlani ringraziandolo per aver annullato la parata militare del 2 giugno, dopo il terremoto in Friuli: è la lettera che noi non possiamo scrivere oggi a Napolitano e a Monti», ha affermato il segretario nazionale Prc aggiungendo che «evidentemente persino i democristiani fecero meglio dell'attuale Presidente della Repubblica e del governo Monti, cogliendo un sentimento diffuso nel Paese». Lo stop alla parata militare lungo via deiFori Imperiali ha altri due precendenti. Nel 1963 per la morte delPapa buono GiovanniXXIII. Trascorsero gli anni e il terremoto di Tangentopoli stava per travolgere la Prima Repubblica.Anni difficili per la crisi economica, come ora, che attanagliava il Paese, spinse l'allora presidente della Repubblica Oscar LuigiScalfaro ad abolirla. Sette anni di stop per motivi economici e perché, spiegava il presidente Scalfaro, «questa è la festa degli italiani, della gente comune». Quindi era meglio aprire a tutti i cittadini i giardini del Colle, e stringere cordoni della borsa, piuttosto che far marciare i soldati e tenere il costosissimo ricevimento per il Corpo Diplomatico. Tornata in auge dopo il settennato diScalfaro, la parata ha visto ridurrre la partecipazioane di mezzi e uomini. Ciampi, nel 2005, volle che con le Forze armate, la polizia e i vigili del Fuoco sfilassero anche i rappresentati delle polizie locali e della Protezione civile. In cielo non più i velivoli supertecnologici, ma solo il sorvolo della Pattuglia acrobatica che stende l'immenso tricolore sui tetti di Roma. Mau.Pic.