«Vogliono le elezioni subito? Bene, ma se Monti si candida con l'Udc...»

PresidenteButtiglione, voleva andare a votare? «Certo. Andiamo a votare. Noi siamo pronti. Facciamo l'Udc e Monti che vuole riformare il Paese da un lato e tutti gli altri dall'altro. Vediamo chi vince». Il pericolo sembra essere scongiurato... «Hanno capito che andavano al disastro. Non fanno altro che difendere il loro meschino potere, non hanno alcun interesse per il Paese». A cosa saremmo andati in contro? «Al fallimento: i tassi di interessi sarebbero tornati a correre, la disoccupazione a crescere, le imprese a chiudere, i prezzi a salire e i salari a diminuire. Fino ad arrivare all'impossibilità da parte dello Stato di pagare gli stipendi». Monti ci tiene fuori da tutto questo? «Sono i rischi che corriamo se decidiamo di uscire dalla linea della serietà e del rigore. Sono indignato dalla irresponsabilità di chi vuole tornare indietro. Non capiscono il pericolo. Forse non lo hanno mai capito». Non le sembra di essere un po' troppo duro? «Macché! Il Tempo ha fatto bene a denunciare "il piano per liquidare Monti". Una volta denunciato, si è dissolto. Non hanno un'alternativa. Praticano solo la difesa corporativa dei propri interessi, non c'è dell'altro. Ma non hanno capito che alla vecchia politica non si torna. Non ci saranno gli stessi partiti. Anche se avranno gli stessi nomi, saranno cambiati al loro interno». Il Pd più che il cambiamento rischia l'esplosione. Come scioglierà il nodo lavoro? «Serve molto coraggio. Dovrà abbandonare le idee del sindacato di classe, antagonista e rivoluzionario. Sono cose che non esistono più. Il Pd ha già fatto un cammino e la Cgil è a metà strada, ma la Fiom non si è mossa affatto. Certo anche noi dobbiamo fare la nostra parte». In che senso? «Non possiamo star qui a puntare sulla spaccatura. A girare il coltello nella piaga. Questo va detto agli amici del Pdl». Spera in un accordo in Parlamento? «Dobbiamo aiutare il Pd concedendo quello che si può concedere, senza sfigurare la riforma. Nel disegno di legge sul lavoro non c'è solo l'articolo 18: serve a creare posti di lavoro, a rendere il mercato più trasparente, ad attirare investimenti dall'estero. È questo che è andato a fare Monti in Oriente». È soddisfatto del vertice ABC? «L'accordo sulla riforma elettorale e su quelle istituzionali mi sembra molto ragionevole. La coalizione c'è. Il senso di responsabilità prevale. Per una volta gli avvoltoi e gli sciacalli sono stati battuti».