Sentenza Mills, Bossi: dietro ragioni politiche

Concluso per la giustizia, non ancora per la politica. Del processo Mills, che vede prosciolto l'ex premier Silvio Berlusconi per decadenza dei termini, il Palazzo continua a discutere, dividendosi tra chi invita a girare pagina e a pensare ora ad una seria riforma della giustizia e chi invece invita il Cavaliere a rinunciare alla prescrizione per provare la sua innocenza. Per Bossi la motivazione è politica Dopo un giorno di silenzio, finalmente si fa sentire il Senatùr: l'ex alleato di Berlusconi, a conferma che il centrodestra non c'è più, sostiene che la sentenza di non luogo a procedere lascia «una brutta impressione», anche se, dice ricorrendo alla formula dubitativa, «magari non aveva commesso niente». Secondo Bossi, la conclusione del processo Mills si spiega con ragioni politiche: «I giudici - ritiene - non sono ciechi e sordi, vivono anche loro il momento politico. Berlusconi è stato abile: io pensavo che fosse condannato, invece i suoi voti sono determinanti per il governo». Nell'opposizione chiedono che Berlusconi si faccia giudicare nel merito È Walter Veltroni, ex leader del Pd, a lanciare il sasso nello stagno: «Se Berlusconi è convinto di non essere colpevole, allora rinunci alla prescrizione e dimostri di essere innocente. Questa è la sesta volta che c'è una prescrizione nei suoi confronti. Con la prescrizione - dice Veltroni - hanno perso tutti, ha perso il Paese». Stesso concetto, sebbene espresso con più ruvidezza, dal leader IDV Antonio Di Pietro: «In tutti questi anni Berlusconi si è fatto una serie di leggi per non essere condannato. Ma quale innocente? È un colpevole impunito, perchè se fosse davvero innocente, rinuncerebbe alla prescrizione per farsi processare». Una riforma della giustizia è il parere di Casini «Basta con le polemiche tra Guelfi e Ghibellini - esorta il leader Udc -. Il caso Mills è l'ultima pagina di una stagione irrimediabilmente finita. Ora guardiamo avanti e cerchiamo di costruire qualcosa di positivo facendo finalmente la riforma della giustizia. Si rassegnino tutti, anche i vedovi di Berlusconi che stanno a destra ma in molti anche a sinistra». La pensa allo stesso modo il sindaco di Firenze Matteo Renzi, favorevole ad una riforma del sistema giudiziario: «Silvio Berlusconi è stato prosciolto e io spero che questo ponga fine alla lunga era delle curve e degli ultrà». I sostenitori della tregua sulla giustizia non solo nel Pdl Logico però che siano soprattutto nel partito di Berlusconi coloro che si rallegrano. Anche se, come dice il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri «sarebbe stato preferibile un giudizio assolutorio nel merito». «A coloro i quali si sperticano in attacchi sulle cosiddette leggi ad personam - afferma il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, ricordiamo che tutta la vicenda ha origine a partire da un famoso avviso di garanzia arrivato a Silvio Berlusconi mentre era Napoli per partecipare ad un convegno sulla corruzione. Da quel momento in poi c'èstato un bombardamento giudiziario ad personam». «I commenti e le reazioni dei principiali esponenti della sinistra alla sentenza di Milano - dice anche Sandro Bondi, coordinatore del Pdl - sono davvero sconfortanti. Si ha l'impressione che la sinistra sia inchiodata al passato, incapace di esprimere un giudizio politico nuovo che aiuti l'Italia a uscire per sempre dalle contrapposizioni del passato». Un giudizio significativo, sebbene non legato alla specifica sentenza Mills, lo esprime Corrado Passera, ministro dello Sviluppo del governo Monti: «Quando in generale si arriva ad una prescrizione è un fallimento, una delusione sia per il sistema di giustizia che per l'imputato. È una chiusura senza risultato».