L'uomo forte del Pd aquilano diviso tra l'Agesci e le Acli

o.Anzi, come la sua Marsica, terra alla quale rimane legatissimo. Tanto che, pur essendo stato eletto in Liguria, è sempre presente ogni qualvolta sia necessario affrontare le molteplici problematiche dei vari Comuni: Avezzano, Luco, Tagliacozzo o Celano che sia. E naturalmente Capistrello, di cui è sindaco il fratello Antonino. Un ritratto dalle mille sfaccettature, a tinte pastello, mai sopra le righe, quello che viene fuori dalla personalità del senatore Luigi Lusi, al centro di una bufera giudiziaria che, partita dalla Capitale, non può non riverberarsi anche sulla regione d'origine. Uomo forte del Pd nella provincia dell'Aquila, dove ha fatto sentire il suo peso politico nell'ultimo congresso, ma dal carattere apparentemente mite e pacioso, elegante e distinto, quasi d'altri tempi, Luigi Lusi, 50 anni compiuti da pochi mesi, incarna la figura del moderato tout court. Di professione avvocato, alla fine degli anni Ottanta diventa segretario generale dell'Agesci, quindi si dedica a iniziative internazionali in favore dell'infanzia colpita da guerre o disastri ambientali, occupandosi di bambini palestinesi e di Chernobyl. La connotazione cattolica resta predominante nel suo curriculum, poiché cura anche l'organizzazione di alcuni eventi delle Acli, quindi assume l'incarico di consulente giuridico del Comune di Roma per poi entrare definitivamente nell'agone politico. Eletto senatore per la prima volta nell'aprile del 2006, viene confermato due anni dopo nelle file del Partito Democratico, rimanendo, comunque, tesoriere e legale rappresentante della Margherita. Incarico dal quale si dimette in concomitanza con l'avvio dell'inchiesta della Procura di Roma. Storia di pochi giorni fa. Una «bomba» giudiziaria che in Abruzzo suscita subito stupore e incredulità. «Siamo esterrefatti - si affretta a precisare il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci - da quanto sta emergendo dagli organi di informazione per vicende delle quali i Democratici sono totalmente all'oscuro e che in nessun modo sono relative al Pd. Siamo di fronte a fatti che, se confermati, sono molto gravi». E a smarcarsi ulteriormente ci pensa Pier Luigi Bersani: «Ci sono accertamenti in corso - spiega il segretario nazionale - noi non ne sapevamo niente e ora aspettiamo chiarezza. Se emergessero responsabilità individuali, il Pd applicherebbe le sue regole. Abbiamo organi che sono in grado di decidere i provvedimenti del caso». Mette, invece, l'accento sulla difficoltà del ruolo il vice tesoriere del Pdl Maurizio Bianconi, che definisce un incarico del genere «delicatissimo, di altissima responsabilità. Il tesoriere è come un amministratore delegato delle società: facciamo i conti correnti, i bilanci, i pagamenti, assumiamo le persone. Nel Pdl siamo in due - prosegue Bianconi - io e Rocco Crimi. Ci aiutiamo a vicenda e ci muoviamo secondo le direttive del partito». E lui, Luigi Lusi da Capistrello, avvocato con la passione per la politica, come reagisce a questa improvvisa, sicuramente inattesa buriana? «Non voglio fare dichiarazioni - ci dice il senatore al telefono - Ho risposto solo per cortesia, perché ho notato il prefisso 0863, quello della Marsica. Rispetto il lavoro dei magistrati e il segreto istruttorio».