I penalisti si fermano per due giorni contro le liberalizzazioni

Dopoi tassisti e i farmacisti anche nel foro si incrociano le braccia. Anche i penalisti sono pronti a fermarsi contro le lisure previste con le liberalizzazioni. La minaccia è di due giorni di sciopero da svolgersi a febbraio. L'annuncio è stato dato dal presidente dell'Unione delle Camere penali Valerio Spigarelli, cheieri ha incontrato i capigruppo del Terzo Polo nella commissione Giustizia di Montecitorio. Nel corso del colloquio con Pino Pisicchio (Api), Giulia Bongiorno (Fli) e Roberto Rao (Udc), Spigarelli ha espresso «allarme» soprattutto per la regolamentazione delle società professionali, ribadendo la «profonda necessità di una riforma organica della professione forense» e non, come sta accadendo ora, «con misure estemporanee». Queste misure sono tra i motivi principali per i quali, «l'Ucpi protesterà con l'astensione dalle udienze a febbraio». Le società professionali partecipate e controllate da soci non professionisti sono «pericolosissime per l'indipendenza e l'autonomia degli avvocati, come anche oggi ribadito persino dall'autorevole CCBE» , ha detto il leader dei penalisti, e l'Europa non chiede di «mutare geneticamente l'avvocatura, come sta avvenendo in Italia, ma di rispettarne i caratteri propri». Così come non verrà abbassata la guardia sulla questione specializzazioni, e ciò, ha ribadito Spigarelli, «a garanzia dei cittadini, non per difendere posizioni conservative, ma per un ammodernamento del sistema». Un tema, quest'ultimo, su cui il Terzo Polo, fanno sapere i penalisti, ha mostrato «aperture». Tra i temi dell'incontro, c'è anche il decreto svuota-carceri: il leader dei penalisti ha insistito sulla necessità di «riformare complessivamente il sistema della custodia cautelare, rendendola davvero eccezionale». E ancora, Spigarelli ha sottolineato come il principio della terzietà del giudice non debba essere «dimenticato o peggio negato, facendo cadere nell'oblio quelle proposte che realizzavano la separazione delle carriere».