Scure di S&P, Italia declassata in B

L'Italia torna nell'occhio delle agenzie di rating. Con una mossa a sorpresa Standard & Poor's ci ha retrocessi di due livelli. Insieme all'Italia, a subire un downgrade di due livelli anche Spagna e Portogallo. Non è stata risparmiata nemmeno la Francia che perde la prestigiosa tripla A. Ora l'Italia da A scende a BBB+. Per la prima volta nella storia entra nella serie B. Con il taglio già deciso a settembre scorso da parte di S&P, che ha portato il rating da A+ ad A semplice, e con quello di Moody's di aprile (da Aa2 a A2), l'Italia era già ai livelli più bassi mai toccati con le due agenzie. La decisione di S&P potrebbe essere seguita a ruota da Fitch la più piccola delle tre sorelle del rating e l'unica ad avere nell'azionariato capitali europei. Un nuovo declassamento quindi potrebbe arrivare a fine mese. Per il premier Mario Monti è una doccia gelata. Solo pochi giorni fa, incontrando il Cancelliere Angela Merkel, ha lanciato un appello ai mercati affinchè riducano i tassi sul debito sovrano, ancora troppo alti a fronte dei sacrifici affrontati dall'Italia con la manovra. E la Merkel gli aveva dato ragione lodando i passi compiuti dal governo sul fronte del risanamento del bilancio. Ora tutto rischia di essere azzerato. Il declassamento potrebbe avere un impatto sui costi del finanziamento del debito, condizionando soprattutto gli acquisti dei fondi americani sensibili alle decisioni delle agenzie di rating. Ma è anche vero che non si tratta di una frustata all'Italia ma di un «attacco all'Europa» e, commenta Palazzo Chigi, «la risposta deve essere collettiva». «Non è stato tenuto in considerazione l'operato italiano sulla manovra e il lavoro sulle liberalizzazioni». La questione sarà affrontata lunedì con il presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy al quale, spiega Palazzo Chigi, «chiederemo di agire al più presto sul fronte della crescita». I mercati ieri hanno reagito immediatamente ma senza panico basandosi solo sulle indiscrezioni perché l'ufficializzazione del downgrade è arrivata in tarda serata. L'euro è sceso a 1,2656 dollari, ai minimi da 16 mesi. Le Borse hanno ripiegato e Piazza Affari, dopo la prima sbandata, che ha portato Piazza Affari a -2,2%, ha recuperato ma chiudendo a -1,2%. In calo anche Londra (-0,46%), Parigi (-0,11%), Berlino (-0,58%). Mentre per la Francia il declassamento era atteso, se ne parlava da giorni, per l'Italia pareva non ci fossero rischi. La manovra, ha detto più volte Monti, ha messo il Paese in sicurezza. Ora il presidente del Consiglio dovrà affrontare la trilaterale di Roma del 20 gennaio con Merkel e Sarkozy, con questo macigno e allora diventerà davvero strategico rilanciare il tema della crescita con un'azione coordinata tra tutti i Paesi dell'Eurozona e ricontrattare il fiscal compact, ovvero le regole di bilancio, in modo meno stringente come invece vorrebbe la Germania. Non solo. Il declassamento anche della Francia potrebbe consolidare l'asse Roma-Parigi per indurre la Merkel a posizione meno rigide oltre che sui vincoli di bilancio anche sul ruolo della Bce e sul rifinanziamento del fondo salva-Stati. Lunedì Monti incontrerà il presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy. Un vertice che servirà per fare il punto sulla situazione dell'Eurozona anche alla luce del declassamento e per preparare gli altri due appuntamenti: il 20 la trilaterale, il 23 l'Eurogruppo e il 29 il vertice straordinario a Bruxelles. Oltre al fronte europeo, Monti dovrà affrontare quello interno del malessere dei partiti. Dopo il declassamento diventa più arduo spiegare come mai anche dopo la manovra da lacrime e sangue, il Paese continua ad essere nell'occhio del ciclone ed esposto alla speculazione. I sacrifici chiesti non stanno producendo risultati visibili e al di là delle attestazioni di stima dei leader europei il giudizio delle agenzie di rating addirittura peggiora. C'è il rischio che il malessere sociale cresca e aumenti l'opposizione alle misure sulle liberalizzazioni. Acquistano così più importanza anche le missioni che Monti aveva già messo in cantiere alla City di Londra e a Wall Street. Il viaggio negli Usa potrebbe essere a febbraio. Prima tappa a Washington dove il premier incontrerà il presidente americano Barack Obama ma il tour prevede anche una visita a Wall Street e probabilmente una lezione all'università di New York. A Londra il presidente del Consiglio si recherà il 18 gennaio, il giorno prima della riunione del Consiglio dei ministri che dovrebbe dare il via libera al pacchetto sulle liberalizzazioni.