Sette direttori scrivono al premier

Nellalettera, i direttori chiedono al capo del governo un «incontro urgentissimo» e lo invitano a «un intervento che scongiuri l'apertura di una grave crisi occupazionale ed eviti in extremis un vulnus irreversibile alla libertà di stampa». «Un rigoroso riordino del settore e il disboscamento della giungla delle sovvenzioni - si legge ancora - è una rivendicazione che noi per primi abbiamo più volte avanzato, sempre inascoltati. Se però i tempi di questo auspicabile intervento di riordino dovessero risultare lunghi, e si procedesse nel frattempo con i tagli di risorse previsti, la riforma arriverebbe a situazione ormai compromessa, quando i giornali avranno gioco forza cessato di esistere».