Obama in allarme: c'è il rischio di un enorme impatto sugli Usa

Geithnerincontrando Monti a Milano ha ribadito che gli Stati Uniti «sostengono gli sforzi dell'Italia e dell'Unione Europea». Monti sarà a gennaio alla Casa Bianca. Da Washington, il presidente, Barack Obama, si è detto «molto preoccupato per quello che sta accadendo in Europa». «È una crisi che va risolta perchè può avere un enorme impatto, anche negli Stati Uniti. Si tratta di una paura mista a irritazione, perché la riunione del Consiglio europeo considerata decisiva per il salvataggio dell'euro si apre nella più assoluta incertezza, e con le capitali del Vecchio Continente ancora divise su molti punti. Obama - presentatosi ai giornalisti all'inizio del consueto briefing quotidiano del portavoce della Casa Bianca - sferza così i leader europei e li sprona a dimostrare la «volontà politica» per risolvere i problemi, per trovare soluzioni alle difficoltà di «Paesi come l'Italia che devono ripagare il proprio debito». Per il presidente servono scelte «serie e coraggiose», perchè in gioco c'è il futuro non solo dell'Europa. Il pressing degli Usa nei giorni, nelle ore precedenti al vertice di Bruxelles è stato senza precedenti. Il presidente Usa si è tenuto in costante contatto telefonico con Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel. L'ultima chiamata partita dalla Casa Bianca è quella di ieri sera alla cancelliera tedesca, per tentare di capire le ragioni del pessimismo espresso da Berlino sull'esito del vertice. Il segretario al Tesoro americano è inoltre volato oltreoceano per incontrare i principali protagonisti che daranno vita al summit: dal presidente della Bce Mario Draghi, a quello francese Nicolas Sarkozy, ai neo premier italiano e spagnolo Mario Monti e Mariano Rajoy. A tutti lo stesso messaggio: «La crisi va risolta», come ha tuonato lo stesso Obama, e come da Bruxelles ha chiesto con forza anche il segretario di Stato americano, Hillary Clinton. Va risolta perché - ha sottolineato Obama - la crisi può avere «un enorme impatto, anche negli Usa, sull'economia che comincia a dare i primi segnali di ripresa e sulla capacità di creare posti di lavoro». Va risolta dunque mettendo in campo i giusti meccanismi, prevedendo maggior rigore, ma non trascurando la crescita. Su questo Geithner nel suo tour europeo è stato più che chiaro, perché senza crescita anche in Europa l'intera economia mondiale rischia una nuova recessione, la temuta «double dip recession». Questo è il vero incubo della Casa Bianca. Non solo per le conseguenze che tale scenario avrebbe sulla popolazione americana (il tasso di disoccupazione ora è al 9%). Ma anche perché Obama sa che una nuova recessione affosserebbe le sue speranze di essere rieletto.