Il Cdm dà il via libera a Roma Capitale

Il Consiglio dei ministri, riunito dalle 12 a Palazzo Chigi, ha dato il via libera in prima lettura al secondo decreto legislativo per la riforma di Roma Capitale. Il primo provvedimento  all'esame del governo stabilisce i poteri del nuovo ente mentre con il primo decreto se ne sono disegnati i contorni. Ora inizia un iter di 90 giorni per ulteriori correzioni in sede parlamentare. Quindi il cdm deve approvarlo in seconda lettura dopo la quale il decreto potrà entrare in vigore. Parallelamente, ci dovrà essere la legge regionale che regola i rapporti tra Regione Lazio e Roma Capitale. SEDUTA STRAORDINARIA DELL'ASSEMBLEA "Ce l'abbiamo fatta", ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Chiederò ai capigruppo di convocare una seduta straordinaria della Assemblea Capitolina per riferire i contenuti della riforma, subito dopo la discussione e il via libera all'assestamento di bilancio, previsto per il 30 novembre prossimo", ha dichiarato in una nota il primo cittadino. L'aumento del numero dei consiglieri comunali di Roma da 48 a 60 "è un tema che non abbiamo mai posto al governo tecnico ma è un tema parlamentare" che "affronteremo nei prossimi 90 giorni: se i partiti vorranno aggiungeranno questi elementi di rappresentanza", ha spiegato ai cronisti a Palazzo Chigi. "Il decreto è uscito dal Consiglio dei ministri - ha precisato Alemanno - come lo volevamo noi, come lo avevamo proposto ed era stato concordato con gli uffici. Non c'è stata nessuna tensione - ha concluso - e nessuna richiesta di modifica da entrambe le parti".  "Purtroppo lo abbiamo visto anche nelle dichiarazioni di oggi, la Lega Nord ha rappresentato l'ostruzione contraria al compimento di questa riforma", ha detto ancora Alemanno. SODDISFAZIONE DI RENATA POLVERINI "Siamo tutti contenti. È un decreto che nasce anche sulla base di un protocollo sottoscritto da noi ed il sindaco, che ha avuto l'assenso del Consiglio regionale del Lazio. Quindi da domani le Camere saranno al lavoro", ha detto il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, al termine del Consiglio dei ministri. "I consiglieri nel decreto legislativo sono 48 ma è materia del Parlamento", ha chiariro. CALDEROLI: DECRETO IMPRESENTABILE L'ex ministro Roberto Calderoli ha dichiarato in un comunicato di essere "onorato di aver bloccato nelle ultime due sedute del Consiglio dei ministri il decreto legislativo sulle funzioni di Roma Capitale, perché quel decreto era impresentabile ed inaccettabile, come testimoniato, peraltro sia dalla contrarietà della governatrice del Lazio" che "dalla non condivisione di numerosi dicasteri". "Stupisce - prosegue il coordinatore delle segreterie leghiste - che un governo che a parole nasce per mettere in sicurezza i conti dello Stato e per promuovere la crescita del Paese approvi, come suo primo atto legislativo, un decreto che servirà soltanto a promuovere la spesa pubblica a vantaggio di una cicala che ha creato il più grande debito pubblico assoluto di un Comune nella storia, una cicala che ha già ricevuto troppo. Basta soldi a Roma!".   ZINGARETTI RINGRAZIA MONTI Su Roma Capitale " Monti ha fatto in tre giorni ciò che il precedente governo Lega-Pdl non ha saputo fare in tre anni", ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. Che aggiunge: "Ci auguriamo che il nuovo governo continui questo processo anche servendosi delle forme di concertazione e dialogo interistituzionale che al governo Berlusconi sono completamente mancate. Ora ci riserviamo di valutare nel merito il provvedimento e di seguirlo in maniera dettagliata nell'iter di approvazione".    GASPARRI: SEGNALE ALLA CITTÀ "Il via libera dato dal governo Monti al decreto per Roma Capitale è un importante segnale lanciato alla città in termini di sviluppo e rilancio - afferma in una nota il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri - Un successo frutto dell'intesa tra Pdl e Lega, a cui io personalmente ho lavorato all'inizio di questa Legislatura. Ed infatti se oggi il governo ha potuto varare il decreto legislativo è perchè quella intesa ha retto. Dimostrando, inoltre, come il federalismo fiscale, contro cui il centrosinistra in maniera compatta e convinta si era schierato, non è a favore del Nord ma si integra con un equilibrato sviluppo del Paese. L'auspicio è che adesso sia il Parlamento che la Conferenza Stato-Regioni operino velocemente per consentire alle norme varate quest'oggi di divenire definitive".