Ma quale rigore, torna la legge mancia

Larghe intese? Certo che sì. Quando si tratta di dividersi qualche "spicciolo" la politica riesce sempre a trovare un accordo. Tutto è successo giovedì pomeriggio quando la Commisione Bilancio del Senato stava approvando il maxiemendamento alla legge di stabilità sotto lo sguardo vigile degli ispettori arrivati dall'Ue. Dall'Abruzzo alla Torino-Lione, passando dalla dismissione gli immobili pubblici, tutto era pronto. Poi alle 18 il relatore leghista del ddl Stabilità in Senato, Massimo Garavaglia, ha depositato un emendamento. Questo il contenuto: si rifinanzia per 100 milioni nel 2012 e 50 nel 2013 il fondo per «interventi urgenti finalizzati al riequilibrio socio-economico e allo sviluppo dei territorio e alla promozione di attività sportive e culturali e sociali» istituito con la Finanziaria 2010, cioè la legge mancia di un anno fa. Non si sa ancora, però, per quali decine di interventi verranno utilizzati questi soldi: ci penserà un decreto del Tesoro che recepirà la lista della spesa votata dalle commissioni Bilancio. «Vergognoso sciacallaggio», «uno scandalo», sono stati solo alcuni degli apprezzamenti rivolti al testo, ma, nonostante gli sforzi messi in campo dall'Idv, l'emendamento è passato in commissione. Dopotutto fa gola ai parlamentari avere la possibilità di gestire un tesoretto da destinare ai propri collegi elettorali. E questo lo hanno capito bene anche Pd e Udc che, fatti due conti, hanno optato per una soluzione di comodo: astensione per i democratici e la non partecipazione al voto per i centristi. In altre parole la strategia è chiara: questa norma piace alla sinistra ma arrivare a votarla comporterebbe perdere la faccia nei confronti degli italiani che in un periodo di grave crisi economica accusano la "casta" di non essersi tolta alcun privilegio. Solo l'Idv ha votato contro con Antonio Borghesi che ha ritenuto «i 150 milioni di euro destinati alla "legge mancia" un vero e proprio atto di vergognoso sciacallaggio». Ma, quando si tratta di rilasciare dichiarazioni, anche il Pd non si è voluto tirare indietro e così ha cercato di sfuttare la faccenda a fini elettorali. E a cavalcare l'onda ci ha pensato la senatrice ligure del Pd Roberta Pinotti: «Finora nel ddl stabilità non c'è un euro per i danni dell'alluvione a Genova e in Liguria: a fronte di questa grave inadempienza appare ancora più incredibile lo scandaloso rifinanziamento della legge mancia». Scandaloso? Ma se questo rifinanziamento era così tanto scandaloso perché allora non bocciarlo? Chissà. Certo è che la senatrice Pinotti potrà comunque fare richiesta di qualche "contributo" per la "sua" Genova dato che la "legge mancia" glielo permetterà e soprattutto dato che, fonti ben informate, la danno in pole position come prossima candidata a sindaco della città. Ale.Ber.