Berlusconi fa sul serio "Velocità e rigore"

Berlusconi accelera. La nuova tempesta che si abbatte sui mercati finanziari costringe il governo a stringere i tempi di messa a punto dei provvedimenti anti-crisi. L'idea è quella di inserire diverse misure nella legge di stabilità già in discussione i Senato, forse con un maxiemendamento o più emendamenti al provvedimento. Il Cav è a Milano, al lavoro. Segue l'evoluzione dei titoli e delle piazze europee tenendosi in stretto contatto con Palazzo Chigi, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. È l'ennesimo martedì nero. Rassicurare investitori e partner internazionali sull'intenzione dell'Italia a rispettare gli impegni presi diventa prioritario. La Borsa che crolla e lo spread che vola sono segnali inequivocabili. La delicatezza del momento è scandita dalle comunicazioni del governo. Intanto «non vi è dubbio - si sottolinea a Palazzo Chigi - che sull'andamento negativo degli scambi influisca pesantemente la decisione greca di indire un referendum sul piano di salvataggio predisposto dall'Unione europea. Si tratta di una scelta inattesa che innesca incertezze dopo il recente Consiglio europeo e alla vigilia dell'importante incontro del G20 di Cannes». Il premier, comunque, lavora per garantire l'operatività delle misure dell'agenda europea concordate con Bruxelles. «Le scelte del governo - assicura Palazzo Chigi - saranno applicate con la determinazione, il rigore e la tempestività imposti dalla situazione». A metà giornata, però, la «situazione» si fa sempre più pesante. Piazza Affari continua a precipitare e il differenziale fra Btp e Bund tedesco resta alle stelle. Il Cav decide di anticipare il suo rientro a Roma e si precipita a Palazzo Chigi. La Grecia mette in pericolo tutti, in Europa. Così, appena arrivato, il Cav telefona ad Angela Merkel, per condividere con lei un'analisi «della situazione economica e finanziaria che si è venuta a creare a seguito dell'annuncio greco di indire il referendum» e «confermare» al Cancelliere tedesco «la ferma determinazione del governo italiano di introdurre in tempi rapidi le misure definite con l'Agenda europea». I contatti sono febbrili anche con il Quirinale. Berlusconi «aggiorna» Giorgio Napolitano sulla telefonata con la Merkel e soprattutto, «sulle misure che il governo intende adottare in tempi rapidi». La nota del Colle arriva a stretto giro di posta. Il Capo dello Stato evidenzia la drammatricità della crisi e spiega che «dinanzi all'ulteriore aggravarsi della posizione italiana nei mercati finanziari, e alla luce dei molteplici contatti stabiliti nel corso della giornata, considera ormai improrogabile l'assunzione di decisioni efficaci». La nota del Quirinale viene letta con misto di sollievo e allarme a palazzo Chigi. Perché se è vero che il Quirinale da un lato assicura un atteggiamento responsabile da parte delle opposizioni (ciò che da giorni chiede il Cavaliere), dall'altro lancia un monito al governo sottolineando che il Colle non può esimersi dal verificare le condizioni per una «nuova prospettiva di larga condivisione» delle riforme attese. Una postilla che alle orecchie del Cavaliere suona più o meno così: se non varate le misure, cercherò una maggioranza alternativa. Ma è un'opzione che Berlusconi non ritiene praticabile, convinto che alternative all'attuale coalizione non ve ne siano. L'ultimatum del Colle però allarma il Cav tanto quanto i segnali dei mercati. E non perde tempo. Convoca i ministri economici a palazzo Chigi. Sono previsti anche Bossi e Calderoli, ma il Senatùr non verrà: perché impossibilitato, secondo la versione ufficiosa. Per marcare le distanze, secondo i maligni. Sia come sia, il premier non ha scelta: per accelerare il governo decide di inserire parte delle misure concordate con l'Europa nella legge di stabilità, anticipando magari il taglio di tutte le agevolazioni fiscali per fare cassa. Un nuovo vertice è previsto per oggi. L'obiettivo è mettere nero su bianco le misure. Allo studio anche un decreto legge con i provvedimenti più urgenti che, se i tempi lo consentiranno, potrebbero essere varate in un Consiglio dei ministri prima del G20 di giovedì.