L'inflazione schizza ai massimi. Record dal 2008

Pertrovare un tasso così alto bisogna tornare indietro di tre anni esatti, all'ottobre del 2008. D'altra parte uno scatto di queste dimensioni non si registrava da tempo. Basti pensare che i prezzi al consumo nell'arco di un solo mese sono cresciuti dello 0,6%, come non accadeva dal lontano giugno del 1995. La spinta più decisa ai rincari, come previsto, è arrivata dall'aumento dell'aliquota dell'Iva ordinaria (passata al 21% dal 20%). Incremento che, entrato in vigore il 17 settembre insieme con la manovra, ha per la prima volta prodotto appieno i suoi effetti a ottobre. Il termometro dell'Istat sui prezzi, stando alle stime preliminari, ha segnato le punte massime in corrispondenza del capitolo energia. La corsa di benzina (+17,8%) e gasolio (+21,2%) non si è fermata, ma questa volta hanno contribuito anche le tariffe del gas (+11,3%), salite dopo l'adeguamento trimestrale comunicato dall'Autorità per l'energia. E a stagione fredda ormai alle porte, si è rialzato anche il prezzo del gasolio da riscaldamento (+16,5%). L'avanzata dell'inflazione, che prosegue senza salti all'indietro da 14 mesi, non risparmia neppure i piccoli piaceri o vizi quotidiani. Ormai sembra senza freni il rincaro della tazzina di espresso, con il caffè salito del 15,9% e lo zucchero del 16% e in deciso aumento risultano anche le sigarette (+7,1%). Ma l'impennata più forte, un altro effetto dell'ultima manovra, è stata registrata dal trasferimento di proprietà auto (+50%). Il principale accusato della ventata inflazionistica di ottobre è, quindi, il rialzo dell'Iva che secondo la Confcommercio si è scaricato sui prezzi con un ritmo «più rapido» rispetto a quanto già previsto. La Confesercenti ha tratto le stesse conclusioni, tornando a ribadire che l'incremento dell'imposta è stato «un errore». Particolarmente preoccupati sono stati anche i commenti delle associazioni dei consumatori, il Codacons ha parlato di una «sciagura per le famiglie italiane» mentre Federconsumatori e Adusbef hanno calcolato una perdita di potere d'acquisto per ogni nucleo pari nel 2011 a oltre 1.600 euro. Per Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, rispettivamente presidenti di Federconsumatori e Adusbef «ci troviamo di fronte a un crollo in quasi tutti i settori con una caduta dei consumi del 4%». Una contrazione, secondo le associazioni, che va di pari passo con la caduta del potere di acquisto delle famiglie, stimata nel -7% dal 2008 e destinata a peggiorare. Secondo i calcoli, a regime, la manovra costerà a ogni famiglia ben 2.031 euro. La convergenza tra ricadute inflazionistiche e ricadute della manovra economica comporterà un crollo del potere di acquisto delle famiglie dal 2012 al 2014 di oltre 8.300 euro. E, solo per quest'anno, di 1.621 euro. Inoltre le organizzazioni degli agricoltori, come Cia e Coldiretti, hanno fatto notare come abbiano risentito dell'aumento Iva anche i beni non direttamente coinvolti, dal pane alla verdura.