Caso Ruby, no del gip di Milano al conflitto d'attribuzione

Per l'ufficio gip di Milano è "superfluo" costituirsi come parte nel conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sul caso Ruby, sollevato dalla Camera, al quale ha poi aderito anche il Senato. Il conflitto di attribuzione, dichiarato ammissibile, era stato proposto anche nei confronti del gip milanese Cristina Di Censo, che ha disposto il giudizio immediato per Silvio Berlusconi con le accuse di concussione e prostituzione minorile. L'ufficio gip di Milano però ha deciso di non entrare come parte nel procedimento, sostenendo che sia una mossa inutile, in quanto si è spogliato del fascicolo e c'è già un processo in corso che riprenderà il prossimo 3 ottobre. L'ufficio gip di Milano, infatti, ritiene che sia "superfluo" costituirsi come parte davanti alla Consulta, perchè il gip Di Censo ha già emesso il provvedimento di giudizio immediato a carico del premier e lo ha motivato. Decisione, quella del gip, tra l'altro, che è stata confermata anche dai giudici della IV sezione penale, davanti ai quali è imputato il premier. Il tribunale, infatti, respingendo l'istanza della difesa, ha confermato la competenza dei magistrati milanesi ad indagare ed ha bocciato la tesi della ministerialità del reato sostenuta dalla difesa. Dunque, l'ufficio gip si è già "spogliato" del fascicolo sul caso Ruby quando ha rinviato a giudizio Berlusconi e sulla vicenda è già in corso un processo. L'ufficio gip, dunque, non è più parte nel procedimento, a differenza dei pm, che invece sostengono l'accusa in aula.