Napolitano promuove la manovra e avverte: «Ora la crescita»

GiorgioNapolitano parla da Palermo e torna ad occuparsi degli interventi economici varati dal governo. Per il Capo dello Stato le misure introdotte con le ultime modifiche alla manovra erano «indispensabili e urgenti» ed «è importante che siano apprezzate in sede europea». Parole che sembrano aprire alla possibilità che il Quirinale promulghi il testo senza problemi. Eppure tra le norme approvate dal Senato, e che la Camera, si appresta a confermare ce ne sono alcune su cui il presidente della Repubblica aveva sollevato obiezioni fin dall'inizio (su tutte l'articolo 8 su contratti di lavoro e licenziamenti). Non è escluso quindi che il Colle possa comunque fare delle speciali raccomandazioni. Ma ciò su cui Napolitano richiama l'attenzione di tutti è il passo successivo. «Vengono all'ordine del giorno - dice - i temi della crescita che si pongono in modo stringente per non dire drammatico». Per varare misure finalizzate alla crescita, il Capo dello Stato sollecita un nuovo «sforzo generale di cambiamento e di coesione nazionale». Richiede anche la revisione di comportamenti pubblici e privati, individuali e collettivi, la rinuncia ad alcuni «"vizi" che sono ormai un ostacolo ostruttivo per una sana gestione delle risorse disponibili e per la crescita economica, sociale e civile». "Vizi" che, sottolinea, riguardano indistintamente tutti: «Non c'è un territorio da premiare come concentrato di virtù e un altro territorio da punire. Occorre prendere atto che non siamo più negli anni ottanta e nemmeno Settanta». Insomma, per Napolitano, l'Italia può crescere intensamente e stabilmente solo se lo fa tutta insieme, Nord e Sud. Bisogna raccogliere «la sfida» di fare crescere così il Paese, conclude, anche «per dare senso a quel patto nazionale stipulato 150 anni fa».