Così finiamo tutti nel pallone

Quindi,se in passato le squadre pagavano al netto, non comprendendo le tasse, cosa succede nel caso in cui la regola generale cambia con effetti non solo futuri? Vedete che è un problema di tutti, non dei soli calciatori. I quali, comunque, non possono pretendere i vantaggi economici del contratto personalizzato e quelli protettivi del collettivo. In quanto ai politici, Calderoli in testa, smettano di fare i demagoghi e minacciare aliquote doppie (se leggessero la Costituzione saprebbero che non si può) e mostrino di aver capito che il problema è nella norma. Roba che palleggiano loro. I calciatori chiedono, però, che se una società li ingaggia, pagandoli più che profumatamente, da quel momento chi gioca e chi non gioca abbia gli stessi diritti e faccia li stessi allenamenti, in questo modo togliendo autonomia decisionale alla proprietà. E' dissennato: nel momento in cui si spiega ai lavoratori che non possono avere reddito e sicurezza a prescindere dal mercato e dalla produttività, sarebbe offensivo concedere ai calciatori ricchezza e onori, a prescindere dall'entrare o meno in campo. Non ha senso. L'idea dello sciopero è grottesca, ma utile a capire quanto il pallone contenga brutta aria.