Maxi gettito con le vendite

L'ipotesi di nuove vendite di Stato per fare cassa e alleggerire alcune norme della manovra, non molto condivise, potrebbe portare risorse per diversi miliardi di euro. Le operazioni di dismissione immobiliare realizzate negli ultimi anni, ma che ormai risalgono al 2002-2005, hanno portato circa 14-15 miliardi di euro. È quanto si può calcolare in base ai dati del Dipartimento del Tesoro del ministero dell'Economia. Tre essenzialmente i canali che sono stati seguiti per le dismissioni in quegli anni: vendita diretta, cartolarizzazioni, fondi immobiliari. Lo strumento della vendita diretta a trattativa privata consente la vendita in blocco di beni immobili adibiti ad uffici non più utili e beni immobili ad uso non abitativo delle amministrazioni. Tra il 2002 e il 2005 sono stati dismessi una settantina di immobili e quattro lotti per un incasso di 1.335,5 milioni di euro complessivi. Attraverso lo strumento della cartolarizzazione, invece, sono stati alienati, a partire dal 2001, 90.392 immobili di proprietà dello Stato e degli Enti previdenziali (di cui 80.491 ad uso residenziale e 9.901 ad uso diverso). Il valore incassato dallo Stato è stato di 8.590 milioni di euro nell'arco di un paio d'anni. Oltre all'incasso vero e proprio il Dipartimento del Tesoro mette in evidenza anche il risparmio, valutabile in circa 2,5 miliardi di euro, sul costo di mantenimento di questi immobili che avevano un rendimento nullo e in alcuni casi addirittura negativo. Nel 2004 era poi stato costituito dal ministero dell'Economia il Fip, fondo immobiliare al quale sono stati trasferiti 400 immobili ad uso strumentale dello Stato e degli Enti previdenziale per un controvalore complessivo pari a 3.578 milioni di euro. Nel 2005 invece era stato costituito il Fondo Patrimoniale Uno al quale sono stati trasferiti ed apportati 70 immobili di proprietà dello Stato, degli Enti previdenziali, del Consiglio nazionale delle Ricerche e della Coni Servizi Spa per un controvalore complessivo pari a 648 milioni di euro. Nel caso, però, dei fondi immobiliari il prezzo di trasferimento resta di competenza dell'ente titolare, ma c'è una trasformazione del valore contabile immobilizzato in una equivalente disponibilità di cassa. Il veicolo per le dismissioni potrebbe essere Fintecna alla quale potrebbe passare una quota di immobili in cambio di liquidità immediata. Questo meccanismo è stato già sperimentato in passato con le cartolarizzazioni ma non si è dimostrato molto eficace. Il presidente della Commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini frena: è prematuro parlarne, sono solo ipotesi che dovranno essere discusse. Saranno valutate in base alla compatibilità con i vincoli di bilancio e solo a quel punto si potrà cominciare a studiarle concretamente. Per il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti «sotto questo punto di vista è già stato fatto molto. La maggior parte degli immobili pubblici è già stata venduta». Giorgetti ha anche spiegato i motivi delle sue perplessità: il limite di una misura del genere sta nel fatto che si tratterebbe di un'operazione una tantum e non strutturale.