Un richiamo a «rispettare la linea del segretario federale Umberto Bossi» destinato a tutti gli esponenti del partito, oltre a un invito ai parlamentari a rispettare le indicazioni di voto del Senatùr e del gruppo.

«Ilconsiglio federale della Lega mi ha inflitto una sospensione di tre mesi che io da soldato politico accetto anche se non condivido- ha commentato l'eurodeputato del Carroccio - Accetto la decisone, hanno deciso che "chi sbaglia paga" e questa è una regola padana anche se in questo caso è una decisione profondamente ingiusta. Tutto mi sarei aspettato tranne che questa condanna preventiva». In via Bellerio è stata affrontata poi la questione ministeri. Ai presenti sarebbe stata illustrata la bozza di una lettera con cui la Lega spiega le ragioni del decentramento dei ministeri a Monza dopo il richiamo del Presidente Napolitano sulla questione. Si tratta, come scrive Calderoli su La Padania, «di sedi periferiche di rappresentanza operativa, che intende rispondere all'esigenza di assicurare una più significativa presenza sul territorio degli uffici del governo, attraverso moduli organizzativi per lo più dedicati all'interlocuzione fra i cittadini e le amministrazioni». Anche se, a sentire il sindaco di Roma Gianni Alemanno, «questa follia non passerà». Ieri sera alla festa del partito in Brianza Bossi non ha risparmiato alcune frecciate proprio al presidente della Repubblica. A chi gli chiedeva cosa ne pensava del richiamo di Napolitano ha risposto: «Un po' di pubblicità non guasta». Poi il Senatùr ha parlato della guerra in Libia. Bersaglio sempre Napolitano: «Berlusconi non voleva la guerra, è il presidente della Repubblica che l'ha voluta, giusto per non fare nomi». Le ultime battute Bossi le ha rivolte a Tremonti: «Lui non può abbandonarci, senza di noi dove va?». E scherzando ha aggiunto di aver fatto incorniciare una delle banconote con cui il ministro dell'Economia ha pagato la propria scrivania a Villa Reale.