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La crisi della maggioranza con lo smarcamento della Lega e l'ipotesi della fine prematura della legislatura si innesta in una situazione che vede i principali soggetti istituzionali e sociali in una condizione di debolezza

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Mancanoin definitiva quei punti di riferimento per il mondo imprenditoriale e la società civile che anche nei periodi più bui della Repubblica hanno fatto da paracadute rendendo più soft la transizione. Questo lo scenario: la Banca d'Italia ha un Governatore in procinto di traslocare alla Bce ed è ancora senza il nome del successore; la Confindustria ha un presidente alla fine del mandato e con problemi relazionali con il suo maggiore socio, la Fiat; i sindacati non riescono a trovare una linea unitaria nella gestione delle relazioni industriali; la Chiesa è divisa al suo interno tra coloro che coltivano il sogno nostalgico di una nuova Dc e coloro invece che si sono smarcati dalla politica non facendo mancare punte polemiche verso la maggioranza. La debolezza di questi soggetti si inserisce in uno scenario economico critico. Un discorso a parte merita il Quirinale. Il presidente Napolitano ha ultimamente svolto un ruolo di «supplenza» delle forze politiche attivando una sorta di moral suasion nei momenti più delicati della legislatura; è stato il caso dei ripetuti richiami alla compattezza tra i due schieramenti per una rapida approvazione del decreto sulla correzione dei conti pubblici, o il richiamo ad abbassare i toni delle polemiche per evitare di offrire il fianco alla speculazione in Borsa.

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