Così uccidono il futuro

La manovra non ha fermato la speculazione. L’avevamo previsto e ci dispiace. Perché ci pare incredibile la distanza che separa il Palazzo dalla realtà, dal mercato, dal denaro che non dorme mai. Sapevamo che la spremuta di tasse non avrebbe convinto i trader, ma anzi li avrebbe incoraggiati ad alleggerire le loro posizioni sull’Italia. Il Belpaese è un bersaglio perfetto: anello importante della catena dell’euro, terzo debito pubblico del mondo, crescita anemica, sistema politico imbarazzante. Una manna per gli amanti delle operazioni ribassiste. Spacciare la manovra per la diga che avrebbe fermato l’ondata speculativa è stata un’operazione intellettualmente disonesta. E politicamente suicida. Ancora non capisco come il Presidente del consiglio abbia potuto apporvi la sua firma. Sarà un’estate torrida sui mercati finanziari. E se lo spread tra Btp e Bund resta quello di questi giorni i nostri conti pubblici saranno terremotati. È ancora presto per tirare le somme ma se restiamo sui livelli attuali il conto complessivo dei soli interessi sul debito supererà abbondantemente tutte le previsioni. La politica dovrebbe raccontare la verità, trovare il coraggio di varare riforme serie, cercare una via per la crescita e preparare la strada per il ricambio della classe dirigente e la Terza Repubblica. Tutto questo non sta succedendo e di fronte all’immobilismo sta crescendo il partito dell’antipolitica insieme a quello della magistratura che non trovando alcun argine istituzionale riempie tutti i vuoti. La situazione è peggiore di quella del ’92 perché non abbiamo la flessibilità della lira e la speranza di un’alternativa. Non è il futuro che mi preoccupa, ma il presente che lo sta distruggendo.