Uno scenario peggiore del '92

La manovra socialista del governo comincia a dispiegare i suoi splendidi effetti da oggi: su ticket e pensioni la tagliola tremontiana entra in funzione. I moderati, che nel 2008 hanno votato il centrodestra che prometteva la riduzione delle tasse, ringraziano. A Palazzo Chigi si rinverdiscono i fasti di Prodi e Visco e d’altronde il Professore di Bologna ha già annunciato il suo ritorno. Nel frattempo il clima è sempre più arcadico: il parlamento è assediato dalla magistratura e il povero Angelino Alfano, neosegretario del Pdl, dopo aver dichiarato di aspirare a costruire il partito degli onesti, si ritrova a gestire il partito degli arresti. Intendiamoci, la questione morale è bipartisan, gli arraffoni dentro e fuori Montecitorio sono ovunque, ma è chiarissimo che siamo in uno scenario che ricorda a tratti il 1992. Sembra di stare sul set di un remake di "Tutti dentro", il film con Alberto Sordi magistrato che non risparmia a nessuno le manette. Solo che la situazione mi sembra peggiore di vent’anni fa: allora da Mani Pulite venne fuori un’alternativa, Silvio Berlusconi. Nonostante tutto, continua ad essere l’unico collante di una maggioranza, perché dall’altra parte non c’è niente. Ma non basta. E ci ha deluso. Oggi la via d’uscita al caos, alla liquidazione della politica attraverso la tecnocrazia non si vede. È in questi frangenti che emergono le soluzioni peggiori: governicchi, papocchi, oligarchie irresponsabili che assumono la guida di un Paese e si dimenticano di una cosa fondamentale: il popolo sovrano.