Brunetta rovina la festa ai precari

Lo avevano annunciato e, alla fine, si sono presentati armati di sacchetti dell'immondizia pieni di carta, striscioni e cartelli. Una cinquantina di precari arrivati apposta per rovinare la festa di matrimonio di Renato Brunetta. Con loro anche i poliziotti del Coisp con le sagome di agenti pugnalati alle spalle e magliette con la scritta «Meglio panzone che coglione». Alla fine, però, sono stati beffati. Il ministro, infatti, ha anticipato il fatidico sì a sabato notte. Lui e la sua Titti (al secolo Tommasa Giovannoni) si sono sposati con rito civile cinque minuti dopo la mezzanotte a Villa Rufolo davanti all'ex sindaco di Ravello Secondo Amalfitano. Ieri sera il ricevimento all'hotel Caruso a base di specialità della cucina campana realizzate dallo chef Mimmo Di Raffaele (i dolci e la torta nuziale sono stati realizzati dal maestro pasticciere Sal De Riso). Tra gli ospiti il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto (testimoni dello sposo), Mara Carfagna, Giorgia Meloni, Giancarlo Galan, il segretario del Pdl Angelino Alfano, il presidente del Senato Renato Schifani. Quando ieri sera i manifestanti hanno appreso che il ministro si sarebbe diretto all'hotel Caruso evitando villa Rufolo hanno subito cantato vittoria: «Era proprio quello che volevamo. Rovinargli la festa». Ma non avevano fatto i conti con Brunetta che, in serata, ha spiegato agli invitati la sua scelta: «Mi sono convinto mettendo insieme l'amore per Titti e l'amore che nutro per Ravello». Ma certo resta un po' di amarezza nel vedere un ministro costretto ad ingegnarsi per riuscire a celebrare il proprio matrimonio. E alla fine, probabilmente, il miglior commento è quello del presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli, invitato al matrimonio e protagonista di un botta e risposta con i manifestanti: «È l'ennesima dimostrazione del clima di barbarie che si è venuto a determinare nel nostro Paese».