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E ora il Pd pensa a come tagliare le Province

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Contribuendoin maniera determinante ad affossarla (Pdl e Lega, contrari, non ce l'avrebbero fatta con i loro voti). Il giorno dopo, sommersi dalle polemiche, i Democratici provano a correre ai ripari. E ovviamente si professano tutti a favore del taglio della Province. A cominciare da Walter Veltroni che nel 2008, candidato premier del centrosinistra, lo aveva promesso in campagna elettorale. «Io ero per votare insieme alle altre forze di opposizione per l'abolizione delle Province - spiega -. L'ho detto prima e non dopo, cioè nell'assemblea del gruppo e poi mi sono adeguato alla decisione di astenersi». «Io voglio cancellare le Province - gli fa eco il vicepresidente dei senatori Pd Nicola Latorre -. Bersani è d'accordo con quello che penso io». Ma la domanda a questo punto nasce spontanea: perché astenersi? Lo spiega il capogruppo Democratico al Senato Anna Finocchiaro: «Per come è scritta, la norma presentata dall'Idv è del tutto inutile. Per abolire le province non basta scrivere "sono abolite le Province" anche perché esse sono organi previsti dalla Costituzione, serve una norma ben più articolata. Il voto alla Camera da parte del Pd è stato uno sbaglio. Abbiamo sbagliato per eccesso di puntualità davanti a una proposta di grande fascino politico, ma senza alcuna aderenza con l'assetto normativo. Pertanto, al Senato, il gruppo del Pd presenterà una proposta sulle Province più articolata, non certo come quella inutile presentata dall'Idv alla Camera». Ma la promessa non placa l'ira di Antonio Di Pietro che continua ad attaccare: «Denunciamo politicamente la corruzione parlamentare realizzata in concorso tra maggioranza e una parte dell'opposizione in Aula. Noi intendiamo per corruzione parlamentare in concorso, il tradimento delle promesse elettorali dei partiti ai loro elettori».

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