La Corte dei Conti boccia i tagli lineari
L'aggiustamento è «gravoso e complesso», per le amministrazioni «ai limiti della sostenibilità», ma in ogni caso occorre procedere sulla strada del «rigore». A parlare della manovra che il governo si appresta a varare domani è la Corte dei Conti che ieri in occasione del Giudizio sul Rendiconto Generale dello Stato ha anche toccato la questione fiscale: ha definito «improrogabile» una riforma che alleggerisca il peso su salari e pensioni, ha chiesto di puntare sulla lotta all'evasione, e ha affermato di condividere il progetto di «disboscamento» delle detrazioni. È necessario «ricercare un difficile punto di equilibrio tra riduzione del debito pubblico e ritorno alla crescita economica» e «in tale ottica la corretta allocazione delle risorse pubbliche è fondamentale», ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino. Il presidente ha sottolineato allora «l'esigenza che, sia a livello centrale che locale, l'obiettivo di riduzione della spesa pubblica non determini una dequalificazione della spesa stessa, considerato che l'obiettivo della crescita deve essere parimenti perseguito». È necessario «continuare sulla strada di un rigoroso contenimento della spesa», ha sottolineato il Procuratore Generale Aggiunto della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli. Ma per la Corte dei Conti bisogna superare la politica dei «tagli lineari» e «procedere a tagli selettivi di tipologie di spese ritenute meno utili». Sul fisco: «Oggi si pone all'attenzione generale l'improrogabile necessità di un intervento in materia fiscale che riduca in misura significativa le aliquote sui redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati». Ricordando che per questi soggetti «la ritenuta fiscale e contributiva è operata alla fonte», la Corte dei Conti evidenzia che «l'incremento del tasso di inflazione da prevedersi nei prossimi anni potrebbe comportare ulteriori erosioni del potere d'acquisto con conseguente diminuzione del reddito reale delle famiglie e ulteriore contrazione del mercato interno». Restando in tema fisco, la Corte dei Conti chiede di evitare nella riscossione e nell'accertamento «modalità che appaiono indebitamente vessatorie», come ha rilevato il presidente di Sezione, Luigi Mazzillo. «Una buona relazione che speriamo possa trovare orecchie attente da parte di tutta la politica in generale» afferma il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta sottolineando che «non solo si sofferma su una valutazione negativa ai tagli lineari proponendo quelli selettivi, ma che conferma la sostanziale mancata crescita delle retribuzioni nella pubblica amministrazione». E la Cisl ne approfitta per ribadire il no ad un possibile ulteriore blocco della contrattazione nel pubblico impiego. La Uil apprezza il riferimento all'improrogabile «necessità di ridurre in maniera significativa le tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati e il rilievo che, in tal senso, viene dato alle detrazioni fiscali». Per la Uil «occorre raccogliere anche l'invito a continuare la lotta all'evasione che sta dando i primi risultati positivi ma la cui dimensione è ancora spaventosamente elevata, senza depotenziare, pur nel rigoroso rispetto dei diritti dei contribuenti, tutti gli strumenti messi in campo nell'ultimo periodo: dallo spesometro agli studi di settore, dalla tracciabilità dei pagamenti alle modalità di riscossione». Soddisfazione dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta: «C'è la conferma di una sensibile contrazione della spesa per il pubblico impiego, soprattutto per quanto riguarda le amministrazioni centrali dello Stato»