Di Pietro riparte da Romano Prodi

Lui continua a dire che la decisione presa non cambia. Che mai e poi mai accetterà di tornare in politica. Eppure, da quando il 30 maggio si è presentato in piazza del Pantheon per festeggiare assieme a Pier Luigi Bersani e al Pd la vittoria ai ballottaggi di Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris, Romano Prodi ha smesso di essere il «fantasma» spesso evocato nel centrosinistra per diventare un «incubo» in carne e ossa. Le sue apparizioni si sono moltiplicate. E pure i suoi suggerimenti sulla strategia da tenere per sconfiggere Silvio Berlusconi. Parole tipo «Più della tattica politica cerco di riflettere sul lungo periodo», o «Il Paese va cambiato con una operazione di grande respiro che non può essere improvvisata in un giorno», o ancora «Occorre aver chiara una idea del Paese». Così, nonostante le rassicurazioni del diretto interessato, qualche dubbio ha cominciato ad emergere: non starà pensando di tornare in campo? Fino a ieri, però, l'ipotesi più accreditata sembrava quella di un Prodi destinato alle stanze del Quirinale. Un ruolo da «padre nobile» del centrosinistra. Un riconoscimento per essere stato l'unico, negli ultimi 17 anni, a battere per due volte Berlusconi alle elezioni. Esperienze brevi ma particolarmente significative. Visto che c'è chi, come Antonio Di Pietro, ancora le rimpiange. Al punto di riproporre il Professore come leader del centrosinistra del futuro. «Se il partito di maggioranza dovesse nominare Bersani non avrei nulla in contrario - spiega il leader Idv intervenendo a Radio Ies nel programma "Ouverture" di David Gramiccioli -, ma il mio candidato ideale resta Romano Prodi». Difficile capire se quella dell'ex pm sia l'evoluzione della «conversione» moderata avviata dopo la vittoria del sì ai referendum o se si tratti semplicemente di una mossa per mettere in difficoltà gli alleati. Fatto sta che per Tonino il «nuovo che avanza» ha il volto del Professore. Dopotutto si sa, nei momenti decisivi, «l'usato sicuro» non tradisce mai. Ma se questo è il modo con cui il centrosinistra ha intenzione di intercettare le istanze di cambiamento che sono nate in queste settimane, il Cavaliere più dormire sonni tranquilli. Prodi, dal canto suo, non commenta l'investitura di Di Pietro. Eppure l'impressione è che la cosa non gli dispiaccia affatto. Non a caso domani l'ex premier invierà un messaggio video alla convention di Insieme per il Pd che si svolgerà a Bologna. Insieme per il Pd è una «comunità» di 20.000 persone che da due anni si confronta e discute su una pagina Facebook. «Non ci sono capi - spiega Sandro Gozi, deputato del Pd, prodiano di ferro e parte di questa rete - ogni dibattito è aperto e organizzato in modo orizzontale. Non per nulla lo slogan è "senza la base scordatevi l'altezza". Prodi avrebbe voluto venire, ma un impegno lo porta lontano da Bologna». L'evento di Bologna sarà articolato in quattro «panel» su altrettanti temi scelti in questi mesi sul web: rinnovamento della politica, Europa, legalità e diritti. Oltre a quello del Professore ci sarà anche un videomessaggio di Ignazio Marino su partecipazione e diritti. Prodi, invece, si concentrerà sulla necessità di cambiare l'Italia per poter cambiare anche l'Europa. Un messaggio che, visto oggi, suona quasi come un programma elettorale per il futuro. E il centrosinistra ha già pronto lo slogan per le prossime Politiche: un grande avvenire, dietro le spalle.