Vertice Pdl-Lega Berlusconi: sul fisco vedremo cosa fare

Si continua insieme. La strada era segnata: troppe le incognite di una rottura all'indomani del pessimo risultato alle amministrative. Silvio Berlusconi e Umberto Bossi hanno bisogno, entrambi, di tempo. E tempo se ne sono dati, nel lungo vertice ad Arcore tra il premier e lo stato maggiore della Lega, presenti anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il neo segretario del Pdl Angelino Alfano. Per ora si va avanti, per tentare di portare a casa quelle riforme più volte annunciate. E, chissà, di invertire il vento che nelle urne è tornato a soffiare a favore del centrosinistra. "È andata bene", dice il premier al rientro a Roma, spiegando che il taglio delle tasse "è in programma", poi "vedremo cosa si potrà fare". "Perchè dovrei temere i referendum? Sentiremo cosa pensa l'opinione pubblica e ci adegueremo", ha detto il premier poco prima di entrare al Carosello per la festa dei Carabinieri. Il presidente del Consiglio ha detto di non temere "assolutamente" neanche il referendum sul legittimo impedimento. È il Guardasigilli, invece, a illustrare l'esito dell'incontro. STABILITÀ E RIFORME "L'alleaza è solida e arriverà a fine legislatura", ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano, all'uscita dal vertice Lega-Pdl ad Arcore, confermando la volontà della maggioranza di "finire la legislatura". "Si tratta di una alleanza collaudata e robusta - ha aggiunto il Guardasigilli - in grado di governare una grande potenza europea come l'Italia". Alfano ha poi specificato che il vertice di Villa San Martino non ha affrontato il tema della nomina di nuovi ministri né di un "vicepremier". "Se ne parlerà nelle prossime giornate o nelle prossime settimane - ha detto - quando sarà definita la mia nuova funzione attraverso la modifica dello statuto del Pdl". Il futuro segretario politico del Pdl ha confermato che l'alleanza Bossi- Berlusconi "è solida e consentirà a questo paese di avere ancora una maggioranza in grado di assicurare stabilità e riforme".   PAREGGIO DI BILANCIO "È stato confermato l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014". Angelino Alfano, segretario designato del Pdl, dà una risposta laconica ai giornalisti che chiedono se sia passata la richiesta della Lega di abbattere le tasse. Per ora sembra piuttosto che Giulio Tremonti - al quale solo pochi giorni fa il premier assicurava che avrebbe "fatto aprire i cordoni della borsa" - sia riuscito ad imporre la sua realistica linea del rigore, accantonando la richiesta leghista di dare, almeno al momento, un segnale alla base sfiduciata e arrabbiata con provvedimenti per le piccole e medie imprese o addirittura con un abbattimento di un punto percentuale di tutte e 5 le aliquote in vigore. Confermato invece "il pareggio di bilancio nel 2014» ed il fatto che «questo dovrà avvenire secondo i tempi previsti e secondo i vincoli che l'Unione Europea ci assegna". MAGGIORANZA SOLIDA Dal cilindro di Arcore - dove si è riunito lo stato maggiore leghista e quello del Pdl, con la new entry Alfano - non è uscito il coniglio fatto per metà di tagli, quelli imposti da Bruxelles da qui al 2014, e per metà di un abbattimento delle altissime imposte italiane, per Berlusconi e Bossi causa principale della sconfitta elettorale delle amministrative. È emersa invece, assicura sempre Alfano, "la rafforzata volontà di andare avanti e concludere questa legislatura". Ad Arcore, stando a quanto riferisce Alfano, "non si è assolutamente parlato dell'ipotesi di nominare due vicepremier", né di chi andrà ad occupare la casella di Guardasigilli nel governo. Nonostante l'inquietudine della Lega - preoccupata della ribellione della base con la quale Bossi vuole assolutamente ricucire prima dell'appuntamento di Pontida - dal vertice pare sia uscito comunque rafforzato l'asse Berlusconi-Bossi. "Abbiamo ricordato - spiega ancora Alfano - come questa sia la coalizione in grado di assicurare all'Italia governi che durano cinque anni, e che a differenza della sinistra è in grado di assicurare una stagione di riforme. Abbiamo governato tanti anni. È la storia che testimonia che la nostra è una alleanza collaudata e robusta". SEDI MINISTERIALI AL NORD Con una formula che lascia aperte diverse interpretazioni, nel vertice di Arcore si sarebbe raggiunto un accordo tra Pdl e Lega sul "trasloco" dei ministeri al Nord: "Sedi di rappresentanza altamente operative" dovrebbero essere aperte in città diverse da Roma. Nessun dettaglio su quali ministeri sarebbero interessati dall'operazione, ma la formula, fanno notare fonti di governo, potrebbe ad esempio consentire ai ministri leghisti Umberto Bossi e Roberto Calderoli di essere appunto "operativi" anche da Milano, con i loro dipartimenti per le Riforme e per la Semplificazione.   LETTA: CLIMA CALDO Il vertice arriva al termine di una giornata che il sottosegretario Gianni Letta aveva definito "calda". Chi invece non si aspettava "nulla" dall'incontro di Berlusconi con Bossi è Pierluigi Bersani. Forte del risultato alle amministrative, il segretario del Pd incassa il sì unanime alla sua relazione nella Direzione del partito e insiste: "Il governo si presenti dimissionario alla verifica parlamentare. La maggioranza non è più quella uscita dalle elezioni. Siamo al ribaltone e al teatrino della politica". "La nostra strada maestra sono le elezioni", conclude.