Entra in campo il presidente della Banca Centrale Europea a scongiurare il rischio che al posto dell'euro i greci si ritrovino presto a comprare i beni di consumo utilizzando la dracma.

Mail dossier Atene e il suo possibile dafault è sempre più un rebus: la spaccatura politica interna sul nuovo piano di austerity sta spingendo il Paese sull'orlo della bancarotta. All'orizzonte, però, non si vedono soluzioni alternative ora che sono a rischio anche gli aiuti da parte del Fondo monetario internazionale. Tanto che il ministro delle Finanze, George Papacostantinou, ha ribadito l'impegno del governo a fare «tutti i passi necessari» e dirsi «fiducioso» nel fatto che «l'Unione europea alla fine riesce sempre a trovare una soluzione, a patto che la Grecia faccia la sua parte». Il rischio default è ormai alle porte in un Paese fuori controllo non solo sul versante dei conti pubblici, ma anche sul fronte politico interno che venerdì si è rovinosamente spaccato sulla nuova manovra di tagli necessari per ottenere gli aiuti del salvataggio internazionale e poter sopravvivere. Il prestito Fmi è cruciale per Atene per onorare le scadenze di giugno ed evitare la bancarotta del Paese. Si tratta della quinta tranche del pacchetto di aiuti e ora gli occhi sono puntati sul verdetto che la «troika» (Ue-Fmi-Bce) emetterà la prossima settimana. Il presidente Trichet ha spiegato che «nel Trattato dell'Ue non è mai stata prevista alcuna clausola» in merito alla possibile uscita di un Paese dall'euro e che «l'Eurozona è una comunità che condivide lo stesso destino: ogni membro dipende dagli altri». Il presidente della Eurotower ha rimarcato che «la Grecia deve implementare il programma di risanamento pienamente e rigorosamente» perché solo così «può correggere gli errori del passato» e «camminare di nuovo con le proprie gambe». Sempre dalla Bce, in particolare da Juergen Stark, Membro del Comitato esecutivo, è arrivato un ulteriore invito al governo di Atene ad accelerare il piano di privatizzazioni. Il programma «dovrebbe essere più ambizioso, in modo da ridurre il livello del debito del 20 per cento» ha detto Stark che ha chiesto ad Atene di istituire un'Agenzia indipendente per privatizzare le proprietà statali, aggiungendo che gli esperti stimano che la vendita degli assets potrebbe crescere fino a 300 miliardi di euro.