Il Pd potrebbe sostenere ai ballottaggi a Terracina e Sora gli aspiranti sindaci della lista della Polverini

Ilpatto arriva da lontano. Niente di scritto, di ufficiale, ovviamente. Ma è l'esito di un percorso cominciato un anno fa, quando l'allora sindacalista dell'Ugl vinse le elezioni senza la lista Pdl nella circoscrizione di Roma. Da allora la governatrice del Lazio s'è scontrata spesso con il principale partito di centrodestra. Non è un caso che abbia tenuto bloccate le nomine degli esclusi della lista del Pdl in enti e agenzie regionali. Con il Pd, invece, ha avuto un rapporto positivo, di rispetto reciproco, anche perché sui temi sociali (a partire dalle quasi mille vertenze seguite) la Polverini ha conquistato l'apprezzamento dei Democratici. Non si tratta, dunque, di una strategia a tavolino. Più semplicemente, nell'orizzonte confuso della politica italiana, la governatrice ha deciso di essere autonoma, di non farsi risucchiare dai partiti. L'ha fatto senza guardare in faccia nessuno. Così, incassato il via libera del premier Berlusconi (unico punto di riferimento di Renata), la presidente ha messo in campo la sua lista, Città Nuove, alle Amministrative e ha raggiunto consensi rilevanti, tra l'8 e il 10 per cento. Ora che la sfida con il Pdl diventa frontale, Renata non si tira indietro ma salva le apparenze e oggi incontrerà Berlusconi. Intanto assicura che con il Pd «non c'è bisogno di apparentamenti, la sfida è diretta tra i candidati. Si vota sui programmi e se i programmi convincono anche gli elettori del Pd credo sia un segnale positivo». Insomma, rassicura, «gli elettori del Pd potranno scegliere serenamente cosa fare». Ad ogni modo sarà difficile per il candidato della governatrice a Terracina, Sciscione, spuntarla contro quello del Pdl, Procaccini, mentre l'operazione Pd-Polverini sembra più fattibile a Sora, dove Di Stefano, della lista Città Nuove, sfida Tersigni. Di certo le aperture del capogruppo regionale del Pd Esterino Montino all'ipotesi che gli elettori Democratici convergano sui candidati della Polverini crea problemi in entrambi gli schieramenti. L'ennesima rogna per il vicecoordinatore del Pdl nel Lazio, Alfredo Pallone, cinque anni alla Regione come capo dell'opposizione, stimato anche dal centrosinistra, e ora «al sicuro» al Parlamento europeo. Pallone va subito al punto: «Ma di quali voti parla Montino? Il Pd a Sora non ha conquistato nemmeno un consigliere comunale» e avverte: «Nessuno della coalizione del centrodestra può fare apparentamenti con il Pd, altrimenti sarebbe inquietante dal punto di vista politico e si aprirebbe una crisi nel centrodestra». La pensa allo stesso modo il senatore del Pd Lucio D'Ubaldo: «Mi sentirei di escludere che il Partito democratico possa dare copertura all'idea di un qualche sostegno, in sede di ballottaggio tra uomini del centrodestra, ai candidati sindaci della Polverini». Netto anche il leader de La Destra Francesco Storace, che lancia l'allarme senza mezzi termini: «Mi chiedo a che serve inseguire l'umiliazione del Pdl nei ballottaggi di Sora e Terracina. La presidente Polverini, rincorrendo i voti del Pd, rischia di far traballare l'amministrazione che guida. Ci pensi bene prima di farci trovare tutti su un cumulo di macerie. Il centrodestra ha problemi enormemente più grandi di un sindaco da conquistare». Dalla parte opposta è il capogruppo di Sel nel Lazio, Luigi Nieri, a bocciare come «boutade» le dichiarazioni di Montino: «Di fronte alla decisione della presidente della Regione Lazio di presentarsi agli elettori con un nuovo soggetto politico e in contrapposizione al Pdl, che ha determinato la sua elezione alle regionali, l'unica strada da perseguire con convinzione è quella della costruzione di un nuovo centrosinistra coerente e con una proposta chiara». Dal canto suo Montino spiega: «La gestione della Regione Lazio da parte della Polverini non ci piace per niente e lavoriamo per l'alternativa in modo chiarissimo come testimoniano, senza ombra di dubbio, tutte le nostre nette e forti posizioni critiche che hanno caratterizzato e caratterizzano la nostra azione su sanità, piano casa, scuola. È da miopi, però, non capire che l'alternativa si crea sfruttando tutte le occasioni utili a disarticolare in modo definitivo un Pdl allo sfascio. Il bersaglio grosso dell'azione messa in campo dal Pd è il Pdl, non la Polverini che ne è solo una parte e non maggioritaria». Ma è scontro. «È evidente - nota il capogruppo di Fli alla Pisana, Francesco Pasquali - che il capogruppo del Pd con le sue dichiarazioni, ha gettato del sale su una ferita aperta».