Silvio evita la piazza e festeggia allo stadio

Avrebbe voluto fare «due passi» tra i tifosi rossoneri in festa. Anche salire sul pullman con i calciatori del Milan. Ma, alla vigilia delle Amministrative, Silvio Berlusconi ha preferito evitare gesti che avrebbero generato polemiche, peraltro già lanciate dalla Sinistra. Poi ci sono state le insistenze di quelli che si occupano della sua sicurezza: nel dicembre 2009 fu colpito in pieno volto dal lancio di una statuetta proprio in piazza Duomo. Allora il premier ha evitato di partecipare alla festa per le strade. S'è concesso il «bagno di folla» soltanto la sera a San Siro, lo stadio che più di una volta ha chiesto che gli venga intitolato per «tutti i titoli che ha vinto». Insomma il Cavaliere ha scelto la prudenza. Anche se nella battaglia di Milano poche migliaia di voti potrebbero essere determinanti per permettere alla candidata del Pdl Letizia Moratti di superare la soglia del 50% e così evitare il ballottaggio. «Berlusconi si è presentato come capolista, ci ha messo la faccia», ha detto nei giorni scorsi il leader della Lega Umberto Bossi che in Lombardia gioca una partita parallela a quella dell'alleato di governo. Anche per questo Berlusconi si è speso molto e in prima persona in campagna elettorale. Al punto che tra i tifosi del Milan girava voce che il premier sarebbe potuto arrivare per un saluto nel pomeriggio in piazza in modo da unirsi alla festa e arringare il «popolo rossonero». Non è stato così. Anzi. In mattinata il premier ha inviato a Giorgio Napolitano un telegramma di auguri, in occasione dell'anniversario della sua elezione a presidente della Repubblica italiana. «Signor Presidente, in occasione del quinto anniversario della sua elezione, voglia gradire, anche a nome del governo, l'augurio sentito di buon lavoro e di proseguimento della positiva opera svolta al servizio delle istituzioni repubblicane e dell'intero Paese», ha scritto Berlusconi. Un gesto per rasserenare il clima e per gettarsi alle spalle le frizioni con il Capo dello Stato. Invece sul bus col tetto scoperto che ha preceduto quello dei giocatori del Milan nel corteo per festeggiare lo scudetto c'era Roberto Lassini, il candidato del Pdl alle elezioni comunali di Milano indagato per i manifesti anti pm. L'ex sindaco di Turbigo, ideatore dello slogan «Via le Br dalle procure», ha assistito al trionfo del Milan sulle strade da una posizione privilegiata, assieme ai supporter più vicini alla società. «Mi sono imbucato - ha detto - volevo festeggiare il Milan e ora sto andando a vedere la partita». Alla domanda se la scelta di partecipare fosse dettata da motivi elettorali, il candidato del Pdl ha risposto: «Ma non scherziamo, adesso non posso nemmeno andare a festeggiare. Mi sento quasi un perseguitato». Se incontrerò Berlusconi? «Ma no, non credo. Però magari vado a cercarlo...». Tra la folla festosa rossonera anche Tiziana Maiolo, presidente dell'associazione di Lassini «Dalla parte della democrazia». «Io sono milanista dalla nascita - ha spiegato la Maiolo - e questa volta Berlusconi non c'entra nulla. Il presidente della squadra che ha vinto più titoli al mondo è giusto che sia orgoglioso, che c'entra il silenzio elettorale? L'importante è che oggi non faccia comizi».