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«Non vorrei che la Confindustria si stesse trasformando in una sorta di Cgil degli imprenditori, ovvero in una forza espressione di una oligarchia convinta oltretutto di essere l'unica detentrice della verità».

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Illeghista non ha digerito il discorso del presidente degli industriali Marcegaglia che ha accusato il governo di ritardi nelle decisioni. Soprattutto non gli va giù la replica con cui la Marcegaglia, rispondendo a Berlusconi, ha sottolineato che sono gli imprenditori a tenere in piedi il Paese. «Il governo ascolta sempre con piacere i consigli del mondo imprenditoriale ma mi è sembrato eccessivo il protagonismo sbandierato da Marcegaglia. Ad esempio gli imprenditori dove andrebbero mai senza operai ed impiegati, senza i sacrifici fatti dai loro dipendenti e collaboratori in anni difficili?» Poi riprendendo un modo di dire lombardo, insiste: «i faso tuto mì al Paese servono davvero poco. Mentre serve il clima di collaborazione tra le parti sociali che il Governo promuovere ed è servito e serve l'impegno di quella piccola imprenditoria diffusa che sulle proprie spalle ha retto il peso della crisi». «Il rischio per Confindustria - conclude Calderoli - è di diventare una sorta di Cgil dell'imprenditoria, in cui a dominare sono gli imprenditori che han rinunciato a fare impresa, facendo prevalere la rappresentanza associativa rispetto a chi in silenzio fa Pil e crea posti di lavoro». Ma non è tutto. Accusa la Marcegaglia di «arroganza professorale» e di avere uno «stile, non rimpianto, simile a Montezemolo, che quello stesso stile adesso vorrebbe portarlo in politica». Calderoli critica anche gli applausi che la platea degli imprenditori ha regalato al dirigente della Thyssen. «Mi sono sembrati fuori luogo visto che la sicurezza sul lavoro è un problema vero».

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