In provincia di Roma vinceranno le faide

.C'è di tutto nella campagna elettorale per le amministrative in provincia di Roma. Una tornata elettorale che mette a dura prova i nervi di Pd e Pdl. Più dei programmi tengono banco piccoli-grandi problemi di tenuta interna. Al voto vanno 43 Comuni (il più grande è Pomezia con oltre 60 mila abitanti, il più piccolo Vivaro Romano con 194). Domenica e lunedì prossimi si recheranno alle urne 380 mila persone. La posta in gioco è comunque alta in una situazione politica esplosiva. Provare per credere. A Pomezia ogni esito è possibile. I candidati sindaco sono otto: De Fusco (Pd e IdV, Psi e Rifondazione), Puggioni (Terzo Polo), Celori (Pdl, La Destra e Nuovo Psi) quelli con possibilità di giocarsi il ballottaggio. In mezzo tanti outsider, come Maricetta Tirrito della lista civica Città Nuove che fa capo direttamente alla governatrice Polverini che contro un proprio amministratore (Celori è presidente di Autostrade per il Lazio) ha schierato un proprio candidato. E che dire di quattro consiglieri comunali ex Forza Italia, vicini al consigliere regionale Antonio Paris e all'eurodeputato Alfredo Antoniozzi, che, in barba alle indicazioni di partito, hanno deciso di crare una lista autonoma, Forza Pomezia, in appoggio al sindaco uscente del Pd? Il logo era talmente uguale a quello di Fi che il responsabile elettorale Pdl, Abrignani, è stato costretto a intervenire presso il Tribunale di Velletri per farlo cambiare. Senza dimenticare Gianluca Caprasecca, candidato di Città Nuove che ha fatto dell'intitolazione di una piazza a Benito Mussolini uno dei primi punti del proprio programma. Inevitabile la bagarre. A Subiaco il coordinatore provinciale Francesco Lollobrigida, rampelliano assessore regionale ai Trasporti, ha imposto Mario Segatori, candidato ufficiale del Pdl. Tommaso Luzzi, ex consigliere regionale uomo di fiducia del senatore Gramazio, eterno rivale di «Lollo», ha subito replicato con Pier Paolo Scattone, sostenuto da una lista civica trasversale in cui sono confluiti esponenti che vanno dalla Destra fino al Pd passando per alcuni Pdl dissdenti. Il centrosinistra non sta meglio. A Mentana i democratici hanno fatto un accordo con l'Udc per candidare il centrista Lodi nonostante il partito locale abbia indetto regolari primarie vinte da Adelaide Rotolo. Soluzione? Nessuna: la Rotolo ha sbattuto la porta e corre da sola, appoggiata da 31 esponenti mentanesi che hanno restituito le tessere al commissario del Pd Lazio Chiti. Nella «piccola Mosca» Genzano situazione analoga per motivi diversi: il sindaco uscente Ercolani corre per il Pd, il suo ex vice Gabarrini per Api e se stesso. Il Pdl schiera Barbaliscia che per la prima volta potrebbe portare il centrodestra al ballottaggio. Situazione più liscia a Marino, dove il Pdl Adriano Palozzi viaggia verso una riconferma bulgara al primo turno. Cosa c'è di strano? È l'unico caso in cui il Terzo Polo corre con La Destra, Pdl e Polverini.