Bossi prende Fini a parolacce

Fini «è uno stronzo». Bossi è un fiume in piena. La campagna elettorale lo rinvigorisce. È la sua gente a dargli la forza per portare avanti le battaglie per il Nord e per relegare nell'angolo chiunque cerchi di mettersi di traverso. E ieri sera, durante un comizio a Brebbia, un paesino del varesotto, se l'é presa proprio con quello che ormai è considerato il nemico numero uno della maggioranza dalla stra grande parte dei Lumbard. Nel mirino ci finisce il presidente della Camera. Lo prende a parolacce. «È uno stronzo». Uno sfogo nato in risposta alla provocazione fatta dal leader di Fli secondo cui il leader del Carroccio avrebbe assistito domenica sera all'inno di Mameli in un comizio a Bologna per fare il pieno di voti. Un affronto al quale l'Umberto ha replicato dicendo: «L'importante è che noi prendiamo i voti e lui no» e, aggiungendo che a lui l'Inno non dà fastidio, precisa di preferire Il Piave mormorava perché «me l'insegnavano quando andavo alle elementari». Eppure quell'appellativo riservato a Fini, ieri sera Bossi lo ha voluto legare anche ai magistrati. Ma con qualche distinguo: «Io non parlo di magistrati perché ce n'è qualcuno stronzo. Ma non si può dire che lo siano tutti. Qualcuno farebbe bene sicuramente a fare un altro mestiere, però, insomma...». Eppure, a fronte di parole così dure rivolte a Fini e ad alcuni magistrati, le lodi riservate al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, assumono un valore simbolico ancora più importante. Dopotutto Tremonti è stato l'unico ministro a salire sul palco di Bologna domenica sera a sostegno della candidatura di Manes Bernardini a Sindaco della città. E così, non appena gli si presenta l'occasione ironizza su un'ipotetica successione di Tremonti a Silvio Berlusconi, evocata dallo stesso presidente del Consiglio la settimana scorsa. «L'altra sera ero a Roma», ha raccontato il leader del Carroccio, «e a lui (a Berlusconi, ndr) ho detto: "cosa continui a dire che ti ritiri, hai sempre detto che ti ritiri quando mi ritiro io e poi mandi avanti Tremonti". "Tremonti...bisogna vedere se la Lega te lo presta"» ha concluso. Ormai è evidente. Bossi sta giocando una partita «autonoma». Non vuole legare troppo la Lega al Pdl in questi ultimi giorni di campagna elettorale tanto da togliersi qualche soddisfazione: «Diciamo la verità, la Lega ha quasi in mano il Paese: Berlusconi può fare, ma deve avere l'accordo della Lega». Un chiaro riferimento anche al voto della settimana scorsa sulla mozione che riguardava l'intervento militare in Libia e su tutte le altre missioni in cui l'Italia è impegnata sulla quale Bossi è tornato a parlare: «So che Berlusconi ha cominciato a dire che bisogna portare a casa i soldati, bisogna ridurre un po' le partecipazioni alle missioni all'estero. Questo è positivo perché le missioni costano moltissimo». Ale.Ber.